GROTTAMMARE – Una nuova “alleanza” di forze politiche e sociali, del tutto inedita, con un unico obiettivo: la critica, dura e radicale, all’operato dell’assessorato regionale per la Difesa della Costa nelle spiagge grottammaresi. E non solo.
Maria Grazia Concetti, ex candidato sindaco per Forza Italia e oggi presidente del Punto Pdl della Perla dell’Adriatico, il consigliere comunale Giuliano Vagnoni, Sandro Mariani della civica “Grottammare Futura”, l’associazione “La Formica” con il giovane presidente Simone Incicco, e poi l’imprenditore (e nome storico del centrosinistra sambenedettese) Nazzareno Torquati, con il comandante di lungo corso Romualdo Fanesi. Tutti riuniti sotto l’insegna del Comitato Tutela Costa Picena.
Protestano per la mancata copertura (annunciata da mesi come imminente) della cassa di colmata, la struttura adiacente al molo nord del porto sambenedettese che serve come punto di accumulo dei fanghi provenienti dal dragaggio del bacino portuale sambenedettese e dal porto canale di Senigallia. Chiedono conto dei soldi spesi – nell’ordine di un paio di milioni di euro – per i moletti lungo la spiaggia grottammarese, per il ripascimento con le ormai famose “sabbie nere sottomarine” dragate dai fondali adriatici in acque internazionali. Lamentano «la mancanza di analisi complete e certe, ormai si sta snaturando l’ambiente marino grottammarese».
Citano studi del professor Gino Cantalamessa dell’Università di Camerino, e del suo studente laureato Giuseppe Pasquini, che stabiliscono scientificamente come la “sabbia nera” abbia una granulometria molto più fine e sottile rispetto alle sabbie nostrane, e che quindi non è compatibile da questo punto di vista. Poi quel ripascimento venne “rimangiato” dal mare, e per ora si tratta di soldi pubblici spesi invano. Chissà, forse le onde la riporteranno sulla battigia nei prossimi mesi, ma intanto è indubbiamente un ripascimento poco efficace.
Non solo: stigmatizzano poi la macchina “trita sassi” che nei mesi scorsi alla foce del Tesino ha tentato quasi a mò di novelli alchimisti di ottenere sabbia dai sassi. Anche qui, risultati non certo macroscopici per la “ricrescita” della spiaggia. Sostiene lo storico ambientalista sambenedettese Piergiorgio Camaioni: «I nuovi moletti hanno fatto accumulare alla foce del Tesino materiale ghiaioso proveniente anche da altri fiumi».
Scrivono la Concetti e soci: «Perché di colpo ci siamo meritati la cassa di colmata, che rischia di perdere fanghi inquinati, e una nuovissima finta spiaggia con sabbie nerissime? Si sosterrà ancora l’ipocrisia del Parco Marino, fra la cassa di colmata e le sabbie nere? Quali ragioni sottendono al silenzio degli ambientalisti e di Rifondazione Comunista di Grottammare, a fronte invece delle proteste del consigliere di Rifondazione sambenedettese Daniele Primavera? Ed ancora, la famosa Bandiera Blu è vero indice della incontaminatezza del nostro mare, oppure è una pratica ben istruita?».

Quello che ora il comitato Tutela Costa Picena chiede alla Regione è uno studio accurato sulla situazione delle correnti lungo la Riviera picena. Afferma Torquati: «Il nuovo assessore regionale Sandro Donati dovrebbe prendersi l’impegno di fermare tutte le operazioni in corso, perché finora riteniamo che non sia stato fatto nulla di efficace, fino al momento in cui non si avrà in mano un’analisi completa della situazione, che ci dica quali sono le soluzioni migliori per la difesa della costa».