SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Inizio alle ore 21 e 22, si testa il nuovo servizio di voto elettronico dei consiglieri.

Interrogazione di Gabrielli sull’area agricola dell’eredità Rambelli e sul rispetto delle norme sugli standard urbanistici nel piano regolatore:

Risponde il sindaco Gaspari in qualità di assessore all’urbanistica: “L’interrogazione di Gabrielli ha una particolarità, la prima volta che nella mia carriera mi capita di vedere una richiesta di risposta scritta ed orale. Perciò leggerò il testo che ho scritto come risposta. Comunque, le parole che dico oralmente rimangono a verbale, ugualmente. La delibera 78 del 2008 ha approvato definitivamente, e non adottato come dice Gabrielli, la variante normativa all’articolo 48 delle norme attuative del Prg. E’ definitivamente in vigore, è accettata dalla Provincia che ha dato suo parere di conformità. Nel 2010 il Comune ha approvato una variante al Prg che adempiendo a una volontà testamentaria modifica la destinazione agricola in verde pubblico del lascito Rambelli. In quel consiglio comunale parlai di standard reali, fruibili. Il dato ufficiale degli standard reali, fruiti, non è automaticamente desumibili dal Prg vigente nè dalla variante normativa, i dati sono contenuti nelle analisi del Prg vigente, a suo tempo consegnati anche al progettista Bellagamba, predisposti fra il 97 e il 99, con aggiornamento del 2002. Si stimano in oltre 12 metri quadrati per abitanti gli standard attuati per abitanti. Dopo l’approvazione della variante all’articolo 48, i limiti fissati dalle norme regionali sono rispettati”.

Gabrielli replica: “Ha omesso di rispondere alla mia interrogazione. Nel 2008 il comitato provinciale per il territorio disse alla Provincia che c’era la prescrizione di riprovvedere al riconteggio degli standard. E sosteneva che c’era confusione nei dati forniti dal Comune. E c’è confusione anche oggi. La qualità della vita dei cittadini dipende da questo dato”.

Interrogazione del consigliere Pasqualino Piunti che chiede notizie sulla vicenda della Grande Opera della Fondazione Carisap.

Risponde il sindaco Gaspari: “Ci troviamo in una fase in cui si sta lavorando per capire quali possono essere le azioni idonee a far sì che il 31/12 sia una data rispettata. Il 23 dicembre scorso il consiglio comunale ha approvato un atto di indirizzo dove si individua un’area ampia fra il fosso delle Fornaci e il fosso collettore della Sentina, in quell’area non abbiamo aree che hanno destinazione conforme all’intervento che la Fondazione propone. Stiamo lavorando su due binari: da un lato ragionando con l’assessore all’Urbanistica della Provincia, il presidente Celani, e con il suo ufficio per vedere quali approcci ci sono agli accordi di programma, la Provincia – e Piunti lo sa bene – da alcuni tempi ne interpreta il vantaggio per il pubblico anche come vantaggio per la Provincia. D’altro lato, faremo uscire di un bando pubblico in cui chiediamo ai privati una manifestazione di adesione alla delibera approvata il 23 dicembre. Dalle risultanze di queste due azioni, potremo fare i passi necessari per poter informare il consiglio comunale e valutare assieme quale può essere l’area più idonea, e che necessita dei passaggi più brevi. Mi risulta che Grottammare ha presentato la sua ipotesi di accordo di programma, ora bisognerà vedere i tempi della risposta. Noi lavoriamo affinché i tempi siano veloci”.

Piunti: “Prendo atto del percorso che è stato fatto fino ad oggi, la mia non è un’interrogazione di stampo polemico, quello che dovevamo dire lo abbiamo già detto. Mi premeva sapere a che punto stava la pratica, ma non riesco a capire come mai un Comune confinante come Grottammare, con un sindaco che si è sempre detto disponibile a dare a San Benedetto il ruolo di città capofila, ora fa questi passi. Lei sindaco a inizio mandato parlava di San Benedetto come guida della città territorio, questo è venuto meno, San Benedetto non ha saputo con lei avere il ruolo di leader territoriale. La Provincia non può che essere collaborativa, con entrambe le cittadine. La invito, sindaco, a riprendere il contatto con Grottammare. Il territorio non può perdere questa occasione, se venisse fatta a Grottammare, saremmo felici ma San Benedetto avrebbe perso il ruolo di leader territoriale”.

Si chiudono le interrogazioni, punto 4 (“Piano di riqualificazione urbana” che interessa l’area di via Manara, Albula centro e Paese alto e la relativa variante urbanistica. In virtù di questo atto verranno successivamente posti in vendita due immobili comunali, l’ex mattatoio di via Manara e l’ex magazzino dei lavori pubblici in via Tonale, dove i privati potranno realizzare “edilizia libera” riqualificando la zona notevolmente degradata. riqualificazione del Paese Alto e Ponterotto piano di recupero urbanistico).

Il punto viene votato quasi senza discussione.

Poi si vota l’approvazione definitiva di un piano di lottizzazione di iniziativa privata in zona San Giovanni, nei pressi del centro commerciale “Porto Grande”, per l’insediamento di una media struttura di vendita non alimentare, con annesso parcheggio e verde pubblico. La proposta costituisce variante ad un precedente piano già approvato definitivamente dal Consiglio dello scorso luglio in adeguamento delle norme del Piano di Assetto Idrogeologico del fiume Tronto.

De Vecchis (Pdl) si chiede se ci sono veramente le opere di mitigazione del rischio alluvionale del fiume Tronto. “Ora il Piano di assetto idrogeologico ha cambiato orientamento, e quindi lì ci si costruisce. O era una boutade prima, questo Pai che bloccò tutta l’urbanistica a Porto d’Ascoli per anni, oppure ora si mitiga il rischio costruendo cemento…? Qualche dubbio mi viene, non parteciperò al voto, non mi sento in grado di dare un parere. E non sono convinto del fatto che si possa far costruire non si sa a discapito di chi. Dove andrebbe l’acqua delle alluvioni? Abbiamo argomenti per dire che la situazione è a regime?”.

Risponde Gaspari: “Lo stesso progetto viene in consiglio comunale per la terza volta, è stato approvato con le misure di mitigazione che erano state proposte. L’Autorità di Bacino del Tronto, interregionale, non è composta da sprovveduti. Hanno visto il piano e le norme tecniche di attuazione del Pai, in cui l’Autorità di Bacino dice che gli interventi dei privati sono possibili a patto che gli stessi possano dimostrare che ci sono state opere di mitigazione su iniziativa dell’ente pubblico, oppure le opere le fanno i privati senza produrre nocumento ai confinanti. Il progetto che si vota ora è identico alle altre due volte nei volumi, solo che si sposta un parcheggio che prima si trovava fra i due corpi a nord e sud, ora i due corpi sono vicini e il parcheggio viene spostato verso nord, c’è una vasca di raccolta delle acque, il progetto individua e certifica le modalità di smaltimento. E intanto stiamo procedendo nel progetto definitivo del sottopasso San Giovanni, che è anche una ulteriore opera di mitigazione del rischio idrogeologico”.

In discussione ora il rinnovo triennale (giugno 2010-giugno 2013) della convenzione tra i 14 Comuni che gestiscono le politiche sociali in forma associata, tramite l’Ambito 21.

Illustra il punto l’assessore Emili.

Aumentano o vengono potenziati i servizi offerti, con particolare riferimento all’assistenza scolastica per disabili, domiciliare agli anziani, per non-autosufficienti, consultori, istituzione di contributi per famiglie numerose. Una convenzione tra Comuni era stata sottoscritta per la prima volta nel 2003. Si tratta quindi del primo rinnovo, che prevede un forte potenziamento degli interventi. Le dieci aree già individuate in passato vengono infatti arricchite di contenuti e funzioni (si tratta dell’area minori, famiglia, anziani, volontariato, dipendenze patologiche, salute mentale, disabili, inclusione sociale, promozione, immigrati). Si prevede inoltre la possibilità di istituire un’azienda pubblica speciale per questo settore, come già avvenuto a Jesi.