MARTINSICURO – «Contrario non nel merito, bensì nel metodo»: l’apertura della scuola di Corano a Martinsicuro, votata all’unanimità dalla giunta di Salvatore, porta l’assessore Alberto Tuccini della Lega Nord Abruzzo a fare delle precisazioni sulla questione, che lo ha portato a firmare la delibera «solo per puro e dovuto atto di linearità amministrativa nei confronti di un già avviato progetto cofinanziato da Provincia e Regione denominato “Melting POinT”». L’atto è stato firmato quindi dall’assessore solo in virtù di questo progetto, «ma – precisa – in sede di giunta ho comunque verbalmente espresso la mia contrarietà politica».

La richiesta di avere a Martinsicuro alcuni locali a disposizione per l’insegnamento dei precetti del Corano ai bambini senegalesi, è giunta all’amministrazione Di Salvatore dal Console Onorario del Senegal Tullio Galluzzi, responsabile per Marche, Abruzzo e Umbria.

Sono stati così concessi due locali – inaugurati una decina di giorni fa – dove i bambini il sabato e la domenica, in orari prestabiliti, possono seguire le lezioni di religione ed apprendere gli insegnamenti del Corano. L’esigenza è nata a fronte della numerosa comunità di senegalesi, circa 700 residenti a Martinsicuro, che ha espresso il bisogno di mantenere vive tra i più piccoli la cultura e le tradizioni di origine.

«Giova soprattutto precisare – prosegue Tuccini – che la mia contrarietà politica all’iniziativa non è nel merito (ben vengano i tentativi di tenere legami vivi con la propria cultura d’origine allineandoli al vivere civile della cultura ospitante), ma nel metodo, ossia nella concreta impossibilità di effettuare gli opportuni e dovuti controlli per sincerarsi che tali iniziative non degenerino in cellule di istigazione, anche involontaria, allo scontro e all’odio degli ospitati nei confronti della cultura e del senso religioso degli ospitanti. Superfluo ricordare che casi del genere si sono già verificati in Italia». A tal proposito l’assessore si riserva anche di effettuare una serie di accertamenti sulla legittimità della richiesta avanzata dal Console, nella quale inoltre «non è menzionata la lingua d’insegnamento».

«Devo comunque ammettere – conclude – di aver sottovalutato la portata politica di un semplice atto amministrativo, per quanto dovuto».