SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un indennizzo di 344.136 euro, che il Comune pagherà a Picenambiente Energia, società in liquidazione controllata dalla Picenambiente. E un canone annuo di 220mila euro per trenta anni, che ipotizzando un’Iva al 10% fa sette milioni e mezzo di euro, come corrispettivo dei lavori di sistemazione della ex discarica comunale di Colle Sgariglia e per la sua gestione post mortem (controllo ambientale, trasporto e smaltimento del percolato). Attualmente la manutenzione della discarica è affidata alla Picenambiente “madre”, con una spesa annuale complessiva per il Comune di 180mila euro.

Fin qui i termini economici della questione, portati alla ribalta martedì dal consigliere comunale del Pdl Bruno Gabrielli, che lancia dure critiche alla giunta Gaspari: «Questo indennizzo e questo contratto trentennale sono il frutto dell’annullamento di un project financing intavolato dalla giunta Martinelli. La responsabilità ricade su Gaspari e compagni che ora hanno provocato questo evitabile esborso di soldi dalle tasche dei contribuenti. Una delle tante cattive eredità che questo sindaco lascerà alla città».
I lettori di Rivieraoggi.it conoscono bene, e da anni, il tormentato iter del project financing per la sistemazione della discarica comunale e la realizzazione di un impianto di cogenerazione per produrre energia elettrica e termica (qui i dettagli del progetto). Energia prodotta da una centrale a biomasse e da una centrale a cogenerazione alimentata da biogas e gas metano, che tramite una rete di teleriscaldamento avrebbe raggiunto l’intero viale De Gasperi e i suoi palazzoni, dove si sarebbe detto addio alle tradizionali caldaie domestiche. La Picenambiente Energia (in associazione d’impresa con la Società Energetica Aostana e la Fratelli Ronc Srl), con i ricavi della produzione energetica avrebbe coperto le spese per la manutenzione trentennale della discarica, che per il Comune sarebbe dunque stata a costo zero.
Non se ne fece nulla. Vuoi per la feroce opposizione del quartiere Ponterotto, quello dove ricade la discarica e che temeva l’inquinamento per le emissioni e per i camion che trasportavano biomasse e potature, senza avere i benefici energetici nel proprio quartiere. Quartiere che elesse in massa il consigliere comunale Ds Sergio Pezzuoli, portabandiera della protesta alla guida del locale comitato civico. La giunta Gaspari, subentrata nel 2006 a quella di Martinelli che aveva concepito il progetto, seguì le indicazioni popolari e annullò tutto (leggi qui le motivazioni dell’assessore Canducci, espresse a questo giornale nel 2008).

Non se ne fece nulla anche in virtù di cambi legislativi nazionali che avvennero durante l’iter autorizzatorio. Il contratto fra azienda e Comune venne stipulato nell’ottobre 2005. Un anno dopo, quando secondo l’azienda l’iter era in dirittura d’arrivo, la Finanziaria 2007 annullò i “certificati verdi”, cioè gli incentivi economici concessi dallo Stato agli impianti energetici a cogenerazione abbinati al teleriscaldamento stabiliti dalla legge Marzano del 2004.

E’ pur vero che gli impianti autorizzati prima della Finanziaria ed entrati in esercizio nel 2008 avrebbero continuato a godere dei benefici. Secondo la Picenambiente Energia l’impianto di Colle Sgariglia rientrava in questa fattispecie.

Secondo il Comune no, perciò iniziò un fitto scambio di lettere e minacce di richieste danni, fin dall’ottobre 2006. La Picenambiente Energia (presieduta all’epoca da Assunta Cassa, nominata ironia della sorte proprio da Gaspari in quota Comunisti Italiani) chiedeva un indennizzo per i danni arrecati dai ritardi del Comune nell’approvazione definitiva del progetto. In questi anni si è parlato di una modifica del progetto, contemplando una centrale di pannelli solari al posto dell’impianto a biomasse e gas metano. Non se ne fece nulla, il contenzioso continuò fino all’accordo giunto in queste ultime settimane. Il Comune opta per pagare l’indennizzo per le spese sostenute da Picenambiente Energia (344.136 euro) e affida alla stessa società la gestione in sicurezza della vecchia discarica, pagandole 220mila euro per trenta anni. Un servizio che, con la centrale entrata a regime, sarebbe stato gratuito per le casse del Comune.