SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Gianfranco Fini perde sostenitori, anche a San Benedetto. Il comportamento del Presidente della Camera, protagonista in questi giorni del clamoroso strappo con il premier Berlusconi e gran parte del Popolo della Libertà, viene infatti bocciato pure dagli esponenti locali del principale partito di centrodestra.
Gabrielli, Piunti, Vignoli e De Vecchis: tutti d’accordo nel criticare i recenti atteggiamenti della terza carica dello Stato. E se la presa di posizione di Bruno Gabrielli poteva risultare presagibile, stupiscono al contrario i punti di vista degli ex-aennini, assai lontani da quelli del loro antico leader.
«Entrai in Alleanza Nazionale – afferma il vice-presidente della Provincia – riconoscendomi nella politica di destra di Fini. Per dodici anni ho condiviso molte sue idee, ma sono rimasto sorpreso su diverse posizioni, a volte contraddittorie, assunte ultimamente. Uno scontro così plateale all’interno dello stesso schieramento inoltre non fa bene nè alla governabilità, nè alla coalizione, e rischia di creare disorientamento nell’elettorato». Poi precisa: «Dentro un partito deve esserci spazio per un confronto, che però non deve danneggiare l’immagine di coesione a vantaggio della sinistra che è l’avversario comune da contrastare. In ogni caso, Fini rimane un patrimonio del centrodestra e confido che tutto possa rientrare per ripartire più compatti e motivati di prima».
Meno sostanziosa, ma decisamente in linea l’opinione di Luca Vignoli, anch’egli intento a rinfacciare al vecchio “delfino” di Almirante pensieri e parole poco idonei ad un militante di destra: «Da tempo non è più un nostro punto di riferimento. Ormai è un idolo del centrosinistra. Senza dimenticare che Fini era assai autoritario in An; non ha granchè di cui lamentarsi del Pdl. Penso abbia ragione Bossi: è solo una questione di rancore e invidia personale».
Interessante, seppur a tratti prevedibile, il commento di Giorgio De Vecchis. Da anni contestatore interno del Pdl per l’assenza – a detta sua – di democrazia e dibattito, il consigliere comunale si paragona, con le dovute proporzioni, al Presidente della Camera: «La richiesta di funzionamento democratico ci sta tutta, per certi versi il suo discorso non fa una piega». Tuttavia, ecco l’ennesima stoccata: «Sì, paga la metamorfosi ideologica, ma soprattutto la scelta compiuta nel 2008. Sciogliere An fu un errore, forse la decisione rientrava nell’ottica del bipartitismo (di cui Fini è un fervente sostenitore, ndr), ma così facendo si è annullato». E quando gli si chiede se ciò che contesta il co-fondatore del Pdl non sia in fondo quello che esigeva un tempo Francesco Storace in Alleanza Nazionale, De Vecchis è chiaro: «In parte è vero, ma le correnti dentro quel movimento venivano rispettate, qui manco questo».
Cita infine Marcello Veneziani, Bruno Gabrielli. L’assessore provinciale al Turismo si rispecchia pienamente nell’articolo del giornalista pugliese, pubblicato su “Il Giornale” lo scorso 24 aprile: «Sottoscrivo quel pezzo, da capo a piedi. Fini arriva sempre fuori tempo, non capisco sinceramente il suo modo di fare. Ben venga il confronto, ma lui in questi mesi ha fatto da contrappeso ad ogni mossa del Governo. Un comportamento che mi sbalordisce. In democrazia è la maggioranza che decide; formare delle correnti è sbagliato. Lo diceva lui in An, dove non mi pare lasciasse troppo spazio alle discussioni. Se la Lega prende voti è pure colpa della sua mutazione. Chi si riconosceva nei suoi contenuti oggi è disorientato».
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Il lodevole tentativo di Fini di costruire una destra moderata, moderna, liberale e laica, rispettosa degli organi costituzionali, è destinato al fallimento perché largamente minoritario all’interno del PdL, come confermano anche i pareri letti nell’articolo. Il problema non è se quello che dice lo renda un “idolo del centrosinistra” ma se, quello che dice, sia una cosa accettabile a chiunque intenda la politica in modo serio, al di là degli schieramenti e nell’interesse della collettività. Io credo di si. Se il PdL, anche attraverso questi piccoli esponenti locali, ritiene, invece, che egli dica cose inaccettabili, conferma di essere quello che… Leggi il resto »
Io sto con Gianfranco e quelle critiche non riescono a persuadermi. – Nel suo discorso Fini ha fatto i complimenti al Governo e ha semplicemente detto che alcune cose potevano essere fatte meglio. Per tutta risposta, è stato massacrato da un fuoco di fila – per quanto mi riguarda – del tutto ingiustificato. – Nel bipolarismo la discussione e il confronto nel partito sono essenziali, proprio perché nel panorama politico la presenza di appena 2 partiti fa venir meno il "pluralismo". – A maggior ragione c'è bisogno di un confronto visto che nelle elezioni politiche i cittadini non hanno il… Leggi il resto »
E con questi commenti da 'allineati e coperti' il centrodestra locale ha perso il mio voto alle prossime elezioni comunali.
Sì si, continute a dire che Berlusconi è finito. Invece a quanto pare a uscirne con le ossa rotte è stato Fini, oramai privo del partito di cui era il generale e i suoi ex colonnelli oggi stanno tutti con il presidente del consiglio, tranne uno o due al massimo. Il problema è semmai un altro: oggi a insidiare il Berlusca non c'è più la razionale Alleanza Nazionale, bensì l'imprevedbile e populista Lega Nord che a volte spara feserie assurde, sulle quali si ride su, altre volte soffia con profito (di voti) sul fuoco sempre più vivo dell'intolleranza e della… Leggi il resto »
Gianfranco Fini sta smentendo se stesso, in tutti i sensi. Criticando (giustamente) la mancanza di discussione e confronto all'interno del Pdl, fa quello che fece Storace ai tempi di An, quando molti tesserati chiesero al leader del partito un dibattito sui temi, mediante congressi che, al contrario, mai vennero organizzati. Fini, tuttavia, continuò il suo processo di metamorfosi allontanandosi dalla base di quel movimento che nel frattempo non si riconosceva più nei suoi programmi. Storace fu costretto ad andarsene e fondò la Destra, mentre Fini in quattro e quattr'otto sciolse la sua creatura aderendo al Pdl. Peccato solamente che appena… Leggi il resto »
Da liberalconservatore quale mi ritengo (destra seria, liberale ed europea), Fini ha finalmente e definitivamente rimarcato la sua differenza – emersa anche in precedenti occasioni, come i referendum – con un agglomerato di interessi nella PdL che pur di pescare voti mischia un clericalesimo di maniera (come nella vecchia DC), una devozione assoluta al partito (come nel vecchio PC) che poi è incarnato dal solo ed unico Berlusconi. Un partito all’interno del quale la democrazia è assente, le scelte vengono imposte dall’alto e chi non si adegua viene tagliato fuori, democraticamente o, come si è visto nel caso Boffo o… Leggi il resto »
Falcioni, la tua analisi politica è infarcita di opinioni scritte col piglio di chi sa come stanno le cose. In realtà è una lettura superficiale del percorso politico finiano. Se la fai come lettore, ok, la leggiamo e tiriamo oltre. Se la fai come apprendista giornalista, non la leggo nemmeno piena com'è di affermazioni risibili. Fra le tante, "Il potere della Lega? Non nasce dal nulla. Cristianita', sicurezza, immigrazione. Fini ha lasciato i temi suoi e della destra cadere per terra. Bossi li ha raccolti e si e' rafforzato grazie ai consensi degli 'aennini' delusi e traditi" A parte il… Leggi il resto »
La mia analisi sarà certamente risibile e terra-terra, ma forse proprio per questa piu' vicina ai sentimenti comuni. La supponenza di salire sul piedistallo a sentenziare e a giudicare la lascio ad altri. Comincio a pensare che per te la destra di Fini sia buona perche' non e' piu' una destra. Su immigrazione, sicurezza e cristianita' infatti la sua linea mi pare molto delineata. A proposito di quest'ultimo concetto, il discorso e' semplice: Fini ha optato per una svolta laica e laicista, a partire dalla sua presa di posizione sul referendum sulla fecondazione del 2005 (3 si' ed 1 no,… Leggi il resto »
Storace inizio a criticare Fini da quando disse che il fascismo era un male assoluto (quindi uno scontro tra 2 destre diverse ), poi sul voto alle amministrative per gli immigrati regolari che vivono da anni nel nostro paese ( i famosi diritti e doveri), poi fu la volta dell'entrata di AN nel PPE a cui Storace era contrario, infine sulle sue dichiarazioni sul referendum sulla procrezione assistita, segui l'ultimatum a Fini di convocare il Congresso Nazionale, che è ben diverso da una riunione della direzione generale (mai riunita in 2 anni di governo, al contrario di molte cene private… Leggi il resto »
Premesso che ritengo i termini destra e sinistra ormai privi di significato ( non solo per motivi di politica nazionale ovviamente) e che se proprio vogliamo usarli per forza abbiano bisogno di riprendersi dei contenuti vuoi dire a Massimo Falcioni, che ha scoperto l' acqua calda ( senza polemica ovviamente ) Fini come sappiamo tutti nel corso della sua vita ha compiuto una metamorfosi politica non certo indifferente, che ad alcuni sarà piaciuta ad altri no, a seconda dei valori. Quindi è già da un bel po' di anni che non appartiene più all'area della destra "sociale" tanto per intenderci,… Leggi il resto »
Ma cosa c'entra la "cristianità"?
@Falcioni. La destra, se vogliamo continuare ad usare queste categorie, non è buona perché “non è più una destra” ma è buona quando esprime dei valori che si possono condividere o almeno verso i quali non c’è aprioristico rigetto. Lo stesso vale per la sinistra. Io mi ritengo di sinistra per molte cose ma non ho i paraocchi che mi impediscono di vedere le cose positive che anche la destra può fare. Poi, se ci sia o non ci sia consenso sulle loro politiche, di sinistra o di destra o di centro, mi interessa di meno perché non faccio politica… Leggi il resto »