SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Marineria locale in agitazione, martedì mattina le imbarcazioni che vanno in mare con il sistema delle volanti e le lampare sono rimaste a terra per protesta contro l’abbassamento dei prezzi delle alici e del pesce azzurro sul mercato sambenedettese.
Così non vi va avanti, se usciamo in mare non andiamo in pari con i costi: questo il concetto che si ascolta fra le banchine del porto sambenedettese. Di solito una cassa di alici viene pagata agli armatori fra 15 e 20 euro. In questi ultimi giorni sembra che il prezzo di ogni cassa si sia abbassato a sei euro. In più ci si lamenta per il costo del gasolio (sessanta centesimi al litro, attualmente), e non solo. Nel mirino dei pescatori del comparto pesce azzurro anche l’aumento del prezzo delle casse vuote, da 33 centesimi a 42 centesimi l’una. Secondo gli armatori, ogni uscita in mare comporta una spesa fra mille e millecento euro al giorno e l’aumento dei costi con il contestuale decremento delle entrate mette tutti in difficoltà.
Secondo alcuni pescatori, uno dei motivi dell’abbassamento dei prezzi delle alici sarebbe anche legato al tanto parlare che si fa del batterio anisakis, un ospite indesiderato per la salute dell’uomo ma solo se le alici vengono consumate crude o marinate.
E nel settore della pesca a strascico c’è agitazione per la questione delle nuove regole sulle maglie larghe nelle reti. Si tratta di accorgimenti destinati a impedire la pesca di esemplari sottomisura, in quanto con le maglie più larghe il pescato più piccolo ricade automaticamente in mare. Pare che per venerdì prossimo sia in programma una manifestazione nazionale a Roma. Qui la questione è dialettica: la ratio della norma è impedire il depauperamento degli stock ittici dei nostri mari, ma secondo le marinerie occorrerebbero accorgimenti meno impattanti sulle loro economie.
Insomma, al porto martedì è stata una giornata di agitazione. L’assessore Settimio Capriotti ha convocato una conferenza stampa in Comune per mercoledì mattina, dove si affronteranno i dettagli della situazione e possibili vie d’uscita. Ci saranno anche i rappresentanti delle cooperative della pesca sambenedettese.
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Errata corrige: Anisakis non è un batterio, bensì un elminta.
Per quanto riguarda la questione Maglia regolamentare delle code la comuita' europea ha stabilito gia' nel dicembre 2006 con una legge comunitaria le maglie da mm 40 intera dei sacchi a maglia quadrata non piu' mm 40 a maglia Diamante o a Rombo , ha quindi dato come ultimo termine per l'adeguamento il 1 giugno 2010 insomma 3,5 dopo siamo punto a capo le asssociazioni di categoria dovevano avvertire e preparare i pescatori al rispetto delle direttive e non fregarsene completamente salvo arrivare a 2 mesi dalla scadenza organizzando manifestazioni nazionali , se avessero iniziato a pescare gia da 3… Leggi il resto »
Per uccidere l'anisakis basta usare l'abbattitore, e poi il pesce può essere consumato crudo senza problemi.
Non so, ma le pescherie potrebbero dotarsi di quello strumento e vendere alici già trattate.
grazie della precisazione a kiusoxferie, mi scuso per l'errore.
L'anisakis è un piccolo verme che si trova nelle viscere del pesce. Un parassita, non un batterio.
pardon