SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un’opera che farà parlare di sé, un monumento tutto sambenedettese ma proiettato a concetti e modi di pensare l’arte universali.

Il 30 aprile piazza Matteotti vedrà alzare il velo su “I Sognatori”, la scultura in bronzo commissionata dal Comune all’artista sambenedettese Paolo Annibali, la cui fama e reputazione non restano certo confinate fra le palme rivierasche.

Alta quattro metri, larga due e profonda un metro e 75, avrà un costo per le casse pubbliche di 60mila euro. La lavorazione è durata mesi, fra progettazione, modello in argilla, calco, fusione, cesello e patina. Il modello in argilla è stato modellato dallo stesso artista, poi fuso in bronzo con la tecnica della cera persa dalla fonderia Efesto di Staffolo (Ancona).
La scultura è illuminata dall’interno. Oltre al grande albero pieno di anfratti e cavità, comprende circa 30 figure umane e animali. L’opera è stata iniziata nell’aprile 2009.

Come spiega l’autore, simboleggia “il vecchio albero morente, inclinato, ormai instabile, che rischia di trascinare con sé il destino di tutti noi, ma che ancora, caparbiamente, offre riparo a tutti gli esseri viventi: uomini, animali, insetti trovano in lui la propria tana. Al calare della notte, tutti provvidenzialmente si addormentano e, all’unisono, cominciano a sognare la rinascita della propria vita, del vecchio tronco, della natura intera. È proprio nel raggiungimento dell’ultimo stadio del dolore che ognuno di noi può sopportare, che l’immagine diversa agognata di altri sè stessi si fa strada dentro di noi. Ed ecco che l’anelito che accomuna il sonno di tutti gli esseri che nel tronco dormono, immette nuova linfa nel tronco stesso e che genera giovani rami che offrono possibilità di nuove vite”.
Un messaggio di speranza e rinascita, dunque, legato al ciclo della terra, al superamento della disillusione e all’alleggerimento del dolore. Ancora Annibali: “Le nostre esistenze cariche di attese, di progetti, con il tempo si flettono, si inarcano sotto il peso della disillusione, delle difficoltà, del dolore. Sembra che davanti resti solo il buio della disperazione, il buio della morte. Ma è proprio in quel vuoto che tutto ricomincia”.

Annibali ha realizzato diverse grandi opere di destinazione sacra, motori di significati artistici condivisi da laici e credenti. Da ricordare la Porta della Misericordia per la chiesa di San Filippo Neri e la Porta dello Spirito Santo per la chiesa di San Pio X a San Benedetto, le porte della chiesa Regina Pacis a Matelica (Macerata), la porta di San Giacomo Maggiore per la chiesa di San Jacopo in Pratovecchio (Arezzo) e, a Fiesole, la porta di San Giovanni Battista per la chiesa di San Giovanni Decollato e l’ambone per la Cattedrale.
La banchina Malfizia del porto di San Benedetto inoltre ospita la grande composizione dal titolo “Il mare, il ritorno”, un’opera corale composta di alcune figure umane, ognuna posizionata su un piedistallo di marmo.