SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo settimane di  indagini i militari dell’Arma dei Carabinieri sono riusciti ad individuare una associazione criminale che aveva impiantato un’attività di spaccio di eroina bianca di elevato grado di purezza in alcune piazze del centro, ora liberate da tali indesiderate presenze. Lo stesso sistema di indagine fu condotto nel maggio dello scorso anno con l’operazione denominata “Piazza Pulita”.

Così sabato 13 febbraio sono stati tratti in arresto: Lotfi D. 25enne, Lofti B. 32enne, Safi A. 31enne, Abudllah M. 39 enne. Tutti clandestini e pregiudicati. L’ultimo è anche risultato colpito da decreto di espulsione emesso nel mese di maggio del 2005 dal Prefetto di Teramo.

Mercoledì mattina il giudizio direttissimo presso il tribunale di Ascoli Piceno con la convalida degli arresti. Poi, per i primi due arrestati, in considerazione dei numerosi precedenti specifici, i Giudici hanno disposto la custodia cautelare in carcere a Marino del Tronto, il terzo arrestato sconterà invece la condanna agli arresti domiciliari, mentre per il quarto sono state avviate le procedure per l’espulsione dal territorio nazionale, in considerazione della violazione della legge “Bossi-Fini”.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 10 grammi di eroina bianca già suddivisa in dosi e pronta allo spaccio e tutto l’occorrente per il taglio ed il confezionamento. Lo spaccio avveniva per lo più all’ingrosso nascosto in involucri termosaldati da 5 o 10 grammi, al prezzo di 45 euro al grammo.

Si stima che il gruppo fosse in grado di spacciare 500 grammi di eroina a settimana. Da qualche tempo i militari dell’Arma avevano registrato una vistosa diminuzione del via vai di  tossicodipendenti locali che abitualmente raggiungevano il comune abruzzese di Martinsicuro e zone limitrofe per procurarsi l’eroina. Mentre nello stesso periodo gli agenti hanno iniziato a notare una accresciuta concentrazione di tossicodipendenti nell’area portuale di San Benedetto, luogo dove sono poi stati eseguiti gli arresti e sequestri.

Le indagini hanno poi appurato che gli spacciatori tunisini da alcune settimane si erano riorganizzati, trasferendo la centrale di spaccio nella zona portuale, particolarmente indicata per gli scambi di droga perchè priva di qualsiasi fonte di illuminazione pubblica, con facili vie di fuga e con molti luoghi utili all’occultamento dello stupefacente  specie tra gli anfratti degli gli scogli affioranti.