la delibera 158 del 26 maggio 2009 la trovate sulla destra, in Pdf
Paolo Forlì ha poi inviato alla redazione una sua nota stampa sulla vicenda: clicca qui per leggerla.
A seguito di questo articolo e della nota pubblicata ribadiamo che la volontà a noi comunicata anche durante l’intervista (e difatti di seguito riportata) da parte di Paolo Forlì non è quella di ottenere una giustizia “sommaria” o una forma di “vendetta” verso gli altri esercenti ma una disciplina comunale univoca per tutti. Ci auspichiamo di aver così riportato correttamente il pensiero di Paolo Forlì. Nel caso in cui non fossimo riusciti nell’intento ce ne rammarichiamo con l’interessato ma siamo anche consapevoli di non aver travisato le dichiarazioni (ndr).
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Mentre a me con una delibera di Giunta e non una risposta degli uffici comunali si negava l’occupazione di 16 metri quadrati con una pedana di legno in via San Martino, nelle vicinanze ho visto sorgere delle “case”»: Paolo Forlì, legale rappresentante della società Acquascorpio Srl che ha la titolarità di due conosciuti locali cittadini come il Pao, sul lungomare, e il Pao Bar Room, in via Mentana (oltre che consigliere comunale eletto nel 2006 nella lista Dc-Nuovo Psi), ha così presentato un ricorso alla Procura della Repubblica di Ascoli lo scorso ottobre e, dopo tre mesi di indagini, si è giunti al “blitz” di lunedì 25 gennaio, con l’ordine di rimuovere le installazioni di diversi locali del centro cittadino che occupavano suolo pubblico.
Perché Forlì arrivò a denunciare quanto accaduto? E’ lui stesso che ripercorre questa “cronistoria”: «Nel novembre del 2008 presentammo domanda per l’occupazione del suolo pubblico: una pedana di legno di 8 metri per 2, e ottenemmo la risposta positiva dell’ufficio preposto, in Comune verso marzo, aprile. Dovevamo però ottenere il rinnovo del permesso dall’ufficio, ma questo non accadeva e non capivo perché. Mi giungevano però, sempre dai funzionari comunali, dei segnali codificati: “Forse non te lo rinnoveranno”, mi dicevano. Non capivo perché, e soprattutto perché questa fosse una decisione politica e non tecnica, e inoltre non del Consiglio Comunale ma della Giunta».
«Dopo un mese fu approvata la delibera 158 del 26 maggio, da parte della Giunta, attraverso la quale mi veniva impedito di procedere all’occupazione del suolo pubblico nonostante avessimo già provveduto a nostre spese a realizzare la pedana in legno, forti di un precedente assenso. A questo punto, poiché non potevo rivolgermi allo stesso Comune, che mi aveva negato l’autorizzazione, la spiegazione di quel che stava accadendo, ho deciso di rivolgermi ad un soggetto terzo, individuato nella Procura della Repubblica di Ascoli, sottoponendo il mio ricorso».
Perché, dice Forlì, «mentre mi veniva negata l’opportunità di occupare 16 metri quadrati con una pedana di legno, nelle vicinanze venivano costruite delle “case“. Per carità, non voglio passare per carnefice di questa situazione e mi dispiace di quel che è accaduto ieri, anche perché non è questo il mio intento né lo scopo della mia richiesta. Io mi sono mosso per avere accertamenti riguardo la verità, perché non è più possibile in questa città avere figli e figliastri, perché in questa città esistono delle lobby e chi ne è escluso deve fare i salti mortali. Per il Pao, sul lungomare, siamo stati chiusi 5 mesi per mettere a norma, mentre agli altri non dicono niente. Perché?»
Ma è il testo del ricorso che fa davvero tremare i polsi considerato che, con i sequestri del 25 gennaio, la Procura in qualche modo ha avallato le motivazioni del ricorso di Forlì. Era infatti scritto in questo ricorso se si ravvisassero «Anomalie riscontrate nella delibera della Giunta n.158 del 26 maggio 2009 con il titolo “Indirizzi per le occupazioni di suolo pubblico annesse a pubblici esercizi e laboratori artigianali”» e chiedeva di «avviare tutte le indagini utili a verificare se sussistano comportamenti di violazione di legge, abuso d’ufficio, corruzione e/o favoreggiamento».
«Sono la persona meno giustizialista al mondo – conclude Forlì – provengo da una formazione radicale, e sono pronto come sempre a pagare le conseguenze del mio essere “contro”. Ma ero obbligato a chiedere spiegazioni, per sapere se in questa città esistono due pesi e due misure. Adesso sarà il Comune a dover rispondere».
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Mi viene da chiedere al sig. Paolo Forlì:"come mai ce l'hanno tutti con voi? forse la struttura del Pao in centro rappresentava un pericolo e pertanto l'amministrazione non se la sarà sentita di autorizzare l'occupazione di 16 mq. in mezzo ad una strada.
Ad essere pignoli, la pedana del Pao "Piccolo" costringeva il povero pedone a non essere più tale e a farsi una passeggiata sulla sede stradale con veicoli grandi e piccoli a portata di urto…
landolfo: …esattamente come alcune delle altre 8 occupazioni rimosse che erano ancora lì fino a ieri.
Per quanto riguarda la pedana del pao piccolo, abbiamo fatto domanda, ci hanno risposto positivamente, e dopo 3 mesi ci hanno intimato di toglierla. Ma questo è successo solo a noi. E noi l'abbiamo tolta. Abbiamo poi chiesto di capire quale fosse il metodo di valutazione sulla assegnazione delle pedane. Per quale motivo ce l'avessero concessa: se era pericolosa al momento del diniego lo sarebbe dovuta essere anche nel momento della concessione. Non contestiamo la pericolosità della ubicazione, che è a discrezione di soggetti umani, e che è condivisibile per alcuni e non lo è per altri. Contestiamo che non… Leggi il resto »
Forse e' da chiedersi visto che lei e' interessata a questa vicenda per ovvi motivi,Se le sembra giusto pagare l'affitto di un locale di pochi metri…per poi con una somma diciamo irrisoria sviluppare fuori un ristorante di svariata metratura…..Regole queste servono per gli onesti e per i furbetti del quartierino.
Bravo Paolo; dichiarazioni sacrosante. Sig. Landolfo e Sig.ra Daniela, per carità avete ragione, la pedana era un pericolo, però non è detto che le motivazioni per poter negare una veranda debbano essere sempre le stesse. Mi sorge un dubbio e vi pongo una domanda? C'è un rapporto previsto per legge tra l'area della veranda e la superficie calpestabile di un locale? Di quant'è??E' stato superato da qualcuno?? Ed ancora esiste per legge un obbligo da parte dei gestori dei locali di poter permetter eil passaggio sui marciapiedi , cioè di poter attraversare le verande? Mi spiego meglio, per caso qualche… Leggi il resto »
http://www.sambenedettoggi.it/wp-content/uploads/2010/01/Delibera%20di%20Giunta%20-%20n.158%20del%2026.05.09.pdf
Forli era uno che aveva gia denunciato .. attenti a quello che dite ..
Pao aveva gia avuto visite.
Per carità, era solo per puntualizzare. Quello che è sicuro è che, come al solito, si è alzato un polverone che, in un mondo non si dica perfetto, ma almeno civile, non si sarebbe dovuto neanche produrre: adesso salta fuori che nessuno si era mai accorto di gazebo più o meno propriamente detti nel bel mezzo del centro cittadino.
Pulito, sicuramente esistono dei limiti per regolamentare l'area occupata da una veranda rispetto alla calpestabile interna, ma ci devono pensare i vigili a far rispettare le regole, ma se proprio devi parlare di regole parliamo anche di tutte le strutture nuove che per aprire devono affrontare enormi spese per rispettare le regole imposte da Ufficio igiene ecc… quando ci sono locali che non hanno neanche i bagni e norma, ma perchè guardate solo fuori? Guardateci anche dentro.
Kyrya,a chi ti riferisci dicendo interessata per ovvii motivi? Non trovo affatto ingiusto che chi ha un piccolo locale possa sfruttare la stessa area esternamente per farne un ristorante o altro, forse visti gli affitti in centro e le spese che devono sostenere riescono ad andare avanti, mi sembra semmai più assurdo che lo facciano quelli che di spazio interno ne hanno a sufficenza. Definire Furbetti questi imprenditori mi sembra fuori da ogni logica….io li ritengo AUDACI sfido chiunque ad aprire un piccolo locale senza avere la benchè minima certezza di poter lavorare tutto l'anno. Se mai stata a Bari… Leggi il resto »
Credo che il Signor Forlì ignori (o faccia finta di ignorare) il significato del comune "senso civico", che troppo spesso (aihmé) nulla ha a che vedere con i codici e codicilli di un qualsiasi piano regolatore. Quella pedana, abusiva o meno che fosse, non è questo il punto, era pericolosa, e per tanto non andava installata a prescindere. Molte volte sono passato per qualla strada sotto la pioggia battente e non di rado ho dovuto sterzare all'ultimo mometo quando davanti alla struttura non c'erano macchine parcheggiate. Non di meno, i pedoni erano costretti a passare rasenti la pedana, rischiando di… Leggi il resto »
Caro Alberto, sono d'accordo con te sul "comune senso civico" delle cose, ma ahimè, questo è soggettivo e variabile. Pensa che abbiamo nel cassetto più di 300 firme raccolte per far in modo che la pedana del pao piccolo restasse lì. Significa che quelle 300 persone non la ritenevano pericolosa, ma anzi vantaggiosa. La maggior parte di queste firme provenivano da persone residenti in quella via e in quel quartiere. Ciò significa che sulle opinioni si troveranno sempre pareri discordanti; così come in tutto ciò che ci circonda. A questo servono le leggi e le regole: devono valere per tutti,… Leggi il resto »
avendo una casa cielo terra al centro si sbt potrei ampliare il piano terra.Adesso e' di circa 20 metri,ma chiudendo fuori con una bella struttura in legno puo' diventare circa 60.Che dite faccio domanda?
Ma come è possibile che 300 persone abbiano firmato una petizione ritenendola addirittura vantaggiosa per un Gazebo pericoloso, quando gli esercenti del centro di SBT sono stati trattati dai cittadini come Ladri, truffatori ecc…
@kyrya, chi lo sà magari non 60 mq.nessuno da 20 può passare a 60, massimo altri 20 con le autorizzazioni vecchie, adesso forse 26.
Sono un residente. Oltre che vedere la pedana sopporto il chiasso che proviene da quel locale e da quello in via Mentana. La pedana giustamente è stata rimossa e spero definitivamente Quando invece finirà frastuono che si protrae fino a tarda notte ? Chi vuol sapere sà, siate educati e non si nasconda la verità. Propongo l'installazione di telecamere audio/video così si metteranno a tacere le polemiche e si valuterà chi mente.
@danielarast: preferisco i paragoni con città più civili di Bari dove si sa che legame c'è tra attività commerciali e malavita. Noto con piacere che non siete capaci neanche di fare un cencio di benchmarking: portate avanti paragoni non sostenibili e pretendete di giustificare dei comportamenti poco trasparenti. Per favore parlate con cognizione di causa.