ASCOLI PICENO – Presentato al consiglio il bilancio di previsione provinciale relativo al 2010. Sono previste diverse manovre per sanare un buco che ammonta a 5,2 milioni di euro e che il presidente della provincia Celani e l’assessore al Bilancio Crescenzi affermano di voler ripianare cercando di limitare al massimo le spese correnti senza rinunciare agli investimenti necessari e indispensabili.

Ma proprio su questo punto arrivano arrivano le maggiori contestazioni dai banchi dell’opposizione.
Incalza Lucio D’Angelo del Partito Democratico: «Provincia che nasce male, il bilancio esprime l’incapacità di dare opportunità al territorio. E’ un bilancio esclusivamente tecnico, per nulla politico. Nel bilancio non c’è nulla di quello che è stato scritto nel programma».

«Nessuno mette in dubbio la drammaticità del bilancio – spiega l’ex presidente della Provincia Massimo Rossi – ma a volte è possibile dare una linea programmatica anche con un piccolo contributo. Il debito che è stato fatto nella precedente amministrazione per investimenti pubblici era necessario. Quello che realmente incide non è la divisione del patrimonio ma quello delle spese tra le due province ascolana e fermana, unitamente alle difficoltà storiche del territorio e alle situazioni di crisi. Per i Fondi Regionali che arriveranno durante questa legislatura, poi, bisogna ringraziare la precedente amministrazione perché allora, con molte difficoltà, sono stati fatti approvare».

La maggioranza replica con Raffaele Rossi (Pdl): «Abbiamo un diktat morale nel nostro Dna: non mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Questa è la linea programmatica maggiore alla quale ci siamo ispirati, e siccome la situazione di bilancio prevedeva questo rischio, è stato un successo riuscire ad evitarlo». Il consigliere Tassotti (Pdl) addita lo stato disastroso del bilancio alle amministrazioni di sinistra che si sono succedute negli ultimi anni, mostrando che precedentemente la spesa per il personale incideva sul bilancio corrente nella misura del 23% , contro quella attuale di oltre il 40%.

Successivamente la lunga discussione, iniziata alle 15 e terminata circa alle 21, ha visto all’ordine del giorno i 15 emendamenti presentati dalla minoranza.