Da Riviera Oggi numero 806 in edicola

di Mario Petrelli, storico, poeta e cittadino grottammarese
GROTTAMMARE – In merito ai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia che avrà luogo l’anno 2011, le cittadine di Vairano e Teano (Caserta) per non pestarsi i calli, come hanno fatto per 150 anni, si sarebbero accordate di sostenere che in entrambi i luoghi, “contemporaneamente”, il 25 ottobre 1860 si sarebbe accesa la prima fiamma dell’Unità d’Italia intera, cioè, che il condottiero Giuseppe Garibaldi avrebbe offerto al Re Galantuomo Vittorio Emanuele II il Regno di Napoli.
Il nostro pensiero a tale riguardo, si pone interamente all’opposto perché, va bene il detto che la storia da sempre viene scritta dai vincitori ma, tra questi esiste anche Grottammare che dopo 150 anni attende ancora il riconoscimento “Storico-Culturale-Scolastico” di fregiarsi da sola dell’importante fatto storico. A tale proposito si ricorda come Vittorio Emanuele II giungesse a Grottammare preveniente da Torino, via Ancona, e, dopo toltosi l’imbarazzo di fermarsi a Porto San Giorgio in luogo non proprio degno della sua personalità raggiungeva tosto il Palazzo Laureati di Grottammare scortato da tremila soldati, trecento cavalli, sessanta cannoni, quattro Bande-Fanfare militari, per incontrare dal 10 al 15 ottobre i napoletani già a Grottammare, partiti da Napoli il 4/5 ottobre, capeggiati da Ruggero Bonghi e Luigi Settembrini con altri 24 onorevoli della Napoli che contava e che su piatto dorato offrivano al futuro Re d’Italia il Regno di Napoli. Confrontando le due date il tutto avviene 15 giorni prima dell’incontro a Vairano-Teano tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, entrambi più che consapevoli della consegna del Regno di Napoli avvenuta a Grottammare e fatta dai personaggi della corte napoletana al Re Galantuomo Vittorio Emanuele II.
Di questo incontro l’allora onorevole Alceo Speranza, in occasione dei festeggiamenti per il Cinquantenario dell’importante evento scriveva un prezioso libro che il Comune di Grottammare per “dovere” pubblicherà tenendo conto dei festeggiamenti già indetti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Quirinale, che avverrà nell’anno 2011.
A proposito di questi fatti, onde offrire agli addetti e ai curiosi di tali avvenimenti alcune notizie di ciò che avvenne con autentico entusiasmo popolare, racconteremo un aneddoto giuntoci graditissimo dallo storico grottammarese Anton Maria Aloysi che sul libro “Sacra Perdonanza” del 1962, a pagina 32 scriveva: «In quella stessa piazza Vittorio Emanuele II ebbe nel 1860 una accoglienza poco comune, ma certo a lui graditissima, tanto che se ne compiacque con esclamazioni assai ortodosse. Era stato eretto un palco sopraelevato sul quale avevano preso posto le più belle signore del luogo, ma sotto il peso, o per motivi inconsulti dovuti all’entusiasmo della visita eccezionale che segnava la storia d’Italia e di Grottammare una data illustre quale primo passo all’Unità, il palco crollò e le signore si rovesciarono all’indietro esponendo tra trine preziose, nascoste intime bellezze».
Pertanto, sarebbe ovvio ed opportuno che il Comune di Grottammare muovesse passi concreti per ottenere, oltre al riconoscimento della nascitura scintilla dell’Unità di Italia, anche l’altro riconoscimento della promozione “Città di Grottammare”, promessa fatta dal Senatore Pavia, rappresentante per il Re e il Governo in occasione dei festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario di tale evento avvenuto con il gemellaggio tra Grottammare e Napoli nell’anno 1911.