SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una montagna di cibo. Immangiabile, però. E’ quella che è stata posta sotto sequestro nelle prime ore della mattina di mercoledì 11 novembre, in un deposito alimentare che si trova a San Benedetto, ricavato da due strutture una delle quali utilizzata anche come stamperia. All’interno vi erano oltre 15 tonnellate di formaggi, salumi, conserve, prodotti ittici ed alimentari vari tutti avariati.
I Carabineri dei Nas di Ancona e Caserta, che hanno eseguito l’operazione, non hanno potuto che sequestrare il cibo che era conservato in pessime condizioni: la merce era infatti posta in promiscuità con macchinari ed attrezzatura varie (tra cui un ciclomotore), cosparsi di escrementi, ragnatele e sporco di varia natura e in buona parte evidentemente avariati, con muffe visibili e confezioni il cui rigonfiamento denunciava fenomeni di alterazione in atto.
Dagli accertamenti svolti, i prodotti, immediatamente sottoposti a sequestro insieme a due impianti frigoriferi industriali, sarebbero stati destinati al commercio all’ingrosso a ristoratori ed esercizi pubblici. Il legale rappresentante della struttura, oltre ad essere multato per violazioni amministrative che prevedono pesanti sanzioni pecuniarie, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno per detenzione di alimenti di alimenti avariati, insudiciati e non correttamente conservati.
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Sarebbe utile sapere chi è la ditta,dove sta il capannone,chi sono i rappresentanti,in odo di mettere al corrente i "loro clienti" che cavolo di robaccia portava loro!Sempre se non già sapevano che erano alimenti scaduti!
Non capisco perchè, a differenza di reati di limitato interesse pubblico, in queste indagini non vengano mai fatti i nomi dei responsabili e soprattutto delle attività coinvolte. Sarebbe doveroso informare i cittadini, nell'interesse della salute pubblica e della corretta concorrenza.
I nomi………. siamo stufi di leggere notizie così e non conoscere i nomi. La privacy in questi casi non deve esserci perchè copre dei criminali.
Esatto Live,
Formulare l'alenco dei clienti che si rifornivano e metterlo appeso davanti al comune dove tutti possono andare a vedere.
che italia ragazzi , queste persone dovrebbero essere messe in prima pagina con foto nome e indirizzo, invece anche la stampa è dalla loro parte. Siamo finiti proprio in basso
IL DIRETTORE RISPONDE
Ho già spiegato che la stampa e la sua libertà non c’entrano in questo particolare caso.
Non ha senso portare a conoscenza di tutti una notizia come questa se poi non sappiamo di chi si parla. Non si tratta di gossip come spesso accade, ma di tutelare gli interessi e la salute dei cittadini
IL DIRETTORE RISPONDE
Io posso essere anche d’accordo con lei sul fatto che servirebbe che le forze dell’ordine autorizzassero la pubblicazione dei nomi o meglio che ce li comunicassero. Non sono d’accordo sulla non pubblicazione.