CUPRA MARITTIMA – «Riguardo lo scavo Erg il Comune non aveva nessun potere, solo quello di dare il consenso a proseguire con i lavori nel caso la Soprintendenza avesse dato l’ok». Luciano Bruni, assessore alla Cultura e al Parco Archeologico di Cupra Marittima, spiega il ruolo dell’amministrazione nella vicenda del ritrovamento nella zona Erg.

«La chiusura dello scavo – spiega Bruni – non è da vedere del tutto negativamente perchè se e quando un domani si troveranno i fondi si saprà già da dove ripartire. Inoltre la porzione di muro emersa è stata prima coperta da un tessuto e poi ricoperta con la terra che riuscirà a mantenerlo».

Riguardo all’ambito archeologico ci dice l’assessore: «Sono arrivati 300 mila euro destinati alla recinzione del Parco Archeologico e per la sistemazione del castello di Sant’Andrea dove verrà creata una sorta di piccola stanza».

«L’amministrazione – prosegue – è però anche in attesa di sapere se il Ministero dei Beni culturali e quello delle Infrastrutture, attraverso la società Arcus, ha finanziato un progetto di scavo nella zona del Foro Romano o nella Civita, e a quanto ammonterà il finanziamento».

Aggiunge ancora l’assessore: «Intanto l’assessorato al Parco Archeologico sta studiando la logistica per chi lavorerà agli scavi, l’organizzazione di un comitato scientifico, l’utilizzo di spazi per la conservazione e fruizione delle ricerche e i reperti che potrebbero essere scoperti».

«A Cupra – dice ancora Bruni – da decenni ci sono associazioni come Archeoclub e Ladeq, singoli e istituzioni, per il recupero, lo studio e la valorizzazione dei beni archeologici, artistici e paesaggistici. Le varie amministrazioni precedenti si sono impegnati in diversi modi nell’archeologia, e la nostra ad esempio è partita realizzando ad esempio un assessorato ad hoc».
Conclude l’assessore alla cultura: «Vogliamo investire di più, impegnarci di più, lavorare con i Comuni vicini e in sinergia con la Provincia. Attraverso la riconsiderazione dell’”Ager Cuprensis” che comprende Cupra, Massignano, Ripatransone e Montefiore. L’obiettivo è studiare itinerari storici che prevedano però anche soste che enogastronomiche per apprezzare il territorio in tutti i suoi aspetti».