SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Doppi incarichi in Provincia e Comune, fine anticipata dell’amministrazione Martinelli. Il pepato (eufemismo) dibattito interno al Popolo della Libertà sambenedettese aggiunge un nuovo capitolo alla sua saga polemica. Benito Rossi, Giorgio De Vecchis e Luigi Ursini ritengono un “autogol” la critica a loro rivolta usando il detto andreottiano “il potere logora chi non ce l’ha”. E rispediscono al mittente l’accusa di aver fatto cadere la giunta di Domenico Martinelli.
Ecco cosa rispondono gli ex Alleanza Nazionale a Pasqualino Piunti e Bruno Gabrielli:
«Loro il potere lo cercano e lo millantano continuamente a differenza di chi si impegna in politica per risolvere i problemi della gente e non per rincorrere un potere fine a se stesso. Sono loro che quando erano assessori, ci riferiamo a Pasqualino Piunti, Bruno Gabrielli e Luca Vignoli, indussero l’ex sindaco a fare riunioni su riunioni con i capigruppo ed i consiglieri di maggioranza appunto perché ognuno di loro se ne andava per proprio conto».

Sulle dimissioni di Martinelli, gli ex An ricordano che tutti i massimi esponenti del centro destra marchigiano nella nota riunione all’Hotel Quadrifoglio sottoscrissero le direttrici fondamentali per il proseguimento dell’amministrazione comunale, ma poi il primo cittadino di allora, nel caldo agosto del 2005, confermò le dimissioni. «Le direttrici fondamentali erano la trasparenza sul piano regolatore, la trasparenza sui debiti accumulati dal Consorzio Turistico, la collegialità nelle scelte, rispettando il ruolo di indirizzo del consiglio comunale. Firmammo tutti».

«Noi, come per la sventata vendita delle scuole al Paese Alto, siamo andati avanti ed a onor del vero lo rifaremmo. C’è da chiedersi come mai a distanza di tempo due immobili in proporzione hanno fruttato molto di più rispetto ai cinque precedentemente posti in vendita».

«Oppure diede fastidio l’indirizzo del Consiglio che rinunciò alla creazione di quel mega super mercato dietro al Pomponi? Ed oggi invece tutti a difendere la piccola distribuzione».
Continuano poi Rossi, De Vecchis e Ursini: «Noi ancora portiamo dietro quei principi che la destra ha sempre insegnato, che non sono quelli del rampantismo».

Poi accusano Piunti di non aver portato a termine lo spostamento del monumento “Lavorare Lavorare” una volta divenuto vicesindaco e di non aver mai inaugurato il Centro per i malati di Alzheimer.
Sulla litigiosa situazione della maggioranza martinelliana, i tre ex An ricordano che «Forza Italia da nove soggetti che era all’inizio si ridusse a tre soggetti attraverso il passaggio di sei consiglieri in altri partiti. Un bel terremoto aveva in casa sua Bruno Gabrielli. Forse tutto questo fu di buon grado per quell’amministrazione che oggi loro ritengono di avere difeso con le unghie?».