SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dieci milioni di euro che la Fondazione Carisap vuole investire preferibilmente a San Benedetto per una grande opera architettonica. Se ne riparla in questi giorni di fine settembre.

«Siamo contenti di quanto ha comunicato la Fondazione Carisap. Ci dà la forza di andare avanti, per avere nel territorio sambenedettese questa grande opera architettonica». Lo dice il sindaco Giovanni Gaspari, annunciando che ai primi di ottobre intende riunire i capigruppo dei partiti presenti in Consiglio comunale e poi una commissione consiliare allargata per discutere sull’individuazione dell’area che il Comune potrebbe “offrire” alla Fondazione per realizzare l’opera.

Usiamo le virgolette perché tutte le possibili aree non edificate della città sono di proprietà privata, come zona Brancadoro, ad esempio. Per le quali eventualmente sarà necessaria una variante urbanistica, dato che nessuna di queste aree appare avere una destinazione da piano regolatore conforme al progetto della Fondazione Carisap. Progetto le cui linee di massima, che riguardano cioè il “cosa” sarà costruito, devono essere indicate dal Comune stesso.
Pare dunque che la questione vada avanti e che il Comune intenda scegliere al più presto un’area, anche se poi effettivamente dovrà essere il suo proprietario a cederla alla Fondazione, che intende avere il possesso del suolo sui cui sorgerà la “Grande opera”.
Intanto Gaspari lascia intendere di non avere abbandonato le speranze riguardo al Ballarin e alla possibilità che la Grande Opera sorga lì. Si capisce dal fatto che il sindaco ha affermato di essere venuto a conoscenza dell’esistenza di una sentenza emessa in Sicilia, a Catania, senza specificarne i contorni ma assicurando che «concerne un caso molto simile al nostro, relativo alla cessione del diritto di superficie su un’area sdemanializzata. Del resto si tratta di una questione dai contorni nuovi su cui c’è ancora poca giurisprudenza, a cui però prestiamo attenzione».