ASCOLI PICENO – Nell’incontro di lunedì mattina in Prefettura, convocato dal prefetto subito dopo la comunicazione da parte della Manuli Rubber attraverso un comunicato affisso all’entrata dello stabilimento della mancata ripresa del lavoro prevista per lunedì mattina, il responsabile del personale dott. Grandi, in rappresentanza dell’azienda, ha confermato ufficialmente la procedura di chiusura dell’impianto ascolano.
Oltre al dottor Ciro Re, dirigente della questura e alla delegata del Prefetto di Ascoli la dottoressa Marchetti, all’incontro erano presenti anche il sindaco di Ascoli Guido Castelli, il presidente della Provincia Piero Celani e i rappresentanti di tutte le sigle sindacali, i quali hanno chiesto con fermezza al dirigente della Manuli di ritirare la procedura di mobilità e di riflettere attentamente sulle conseguenze disastrose da un punto di vista sociale che quesa situazione potrebbe creare.
L’azienda ha mostrato disponibilità soltanto nel cercare per i lavoratori di ottenere tutti i benefici previsti dagli ammortizzatori sociali, ma i sindacati continuano a battersi per la riapertura della fabbrica e per la riattivazione dell’intera attività produttiva.
Intanto però cresce la rabbia dei lavoratori che ormai da un mese stazionano davanti ai cancelli dell’impianto di Campolungo. E i modi usati finora dall’azienda non servono a distendere gli animi. Nel cartello esposto questa mattina, infatti, l’azienda giustifica la sospensione della produzione con motivazioni di ordine pubblico, in seguito al comportamento, ritenuto pericoloso, degli operai nelle loro azioni di protesta. E su questo punto i lavoratori proprio non ci stanno, ricordando come tutte le manifestazioni si siano svolte in maniera pacifica, compresa quella davanti allo stabilimento balneare di San Benedetto del Trono dove il direttore dell’azienda stava trascorrendo le proprie ferie.
Sentirsi addirittura accusati, e quindi in qualche modo responsabili, della non riapertura dei lavori è a dir poco paradossale per i lavoratori. Che affermano: oltre al danno, la beffa.
L’unica speranza ora è riposta in un intervento diretto del Governo ma di questo si saprà soltanto dopo l’incontro con il Ministro dello Sviluppo Claudio Scajola previsto successivamente al 4 settembre (giorno in cui ci sarà un incontro sindacale presso la sede di Confindustria a Roma), per il quale saranno convocate tutte le parti coinvolte nella vicenda Manuli.
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Tutta la mia solidarietà ai lavoratori della Manuli. Fino a quando in Italia si potranno portare “convenientemente” i soldi e le fabbriche all’estero, si potrà importare “convenientemente” gli stessi prodotti che sino al giorno prima si producevano qui… siamo destinati ad impoverirci ogni giorno di più…
http://www.youtube.com/watch?v=8FAP9eandNY
Già caro Mauro1973, ma che i sindacati inizino a piangere se stessi. Hanno voluto l'abbattimento del ceto medio. Hanno intasato le aziende commerciali di controlli al limite dell'asfissia. La politica non ha fatto altro che inventare sempre nuove tasse, nuovi balzelli, nuovi enti di controllo. Ed ora ecco il risultato: la chiusura. Che tutti si facciano un esame di coscienza: il modello di sviluppo italiano si è inceppato. O si aumenta la redditività e la facilità di gestione di un'azienda (soprattutto in termini amministrativi), oppure chi vive di rendita andrà avanti ancora per un po', e gli altri in fila… Leggi il resto »
bravo Ventura..anzi bravissimo, solo che..Occorrerebbe che gli operai invece di puntare all'assistenzialismo ( leggasi cassa integrazione!) dovrebbero "pensare al futuro" e combattere per esso ( anche per le future generazioni)..Ecco quali sono le nuove battaglie! Nè rossi..nè neri!!
Il profitto è un obiettivo di ogni azienda e poterlo aumentare o mantenere è ritenuto da tutti perfettamente logico, se non addirittura sano.
Di cosa ci si lamenta quindi?
Naomi Klein non è una che ci capisce tanto di economia: parla per sentito dire visto che confonde il capitalismo ed il liberismo economico per la deregulation.
Beh alessandro, certe parole oggi sono solo convenzioni, ognuno le usa come gli fa più comodo. Comunque se tante persone oggi per criticare il neoliberismo lo definiscono capitalismo è anche colpa dei media e di chi fa credere che questa sia l' unica forma di libero mercato possibile.
C'è chi ad esempio chiamerebbe superficialmente comunismo quello che fanno le persone nel video… per me si può chiamare tranquillamente ( magari anche un po' provocatoriamente) democrazia ( nelle scelte aziendali si vota) e libera inziativa ( degli operai).
Per carità quello che fanno gli operai del video è una nobilissima iniziativa, ma la trovo inattuabile in Italia per una serie di motivi che sono anche la causa del degrado economico del paese. Ai tempi dei problemi della Foodinvest fui l'unico a indicare una soluzione del tipo management buyout ma non sempre una soluzione del genere è realizzabile. Ciò non toglie che Noemi Klein, essendo una giornalista, non dovrebbe commetter certi errori specialmente se pubblica libri best seller.
quali sono gli errori di Noemi Klein?…( anche se censurato inspiegabilmente da Sbtoggi continuo a chiedere …non si sa mai!)
Alessandro 84 ha santi in paradiso ma per la terra occorre il pane!
Tank you!