SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non riesco proprio ad immaginare un altro anno di Eccellenza per i nostri gloriosi colori. Tra l’altro con prospettive non proprio chiarissime. Senza il miraggio immediato del ritorno nel calcio che conta credo proprio che stavolta, San Benedetto del Tronto tifosa, chiuderebbe qui la sua bella storia. Creare le basi di una grande società da così in basso è praticamente impossibile.
Secondo me per aggirare l’ostacolo un modo ci sarebbe e potrebbe risultare l’uovo di Colombo. Se ben ricordate Sergio Spina voleva rilevare il Centobuchi di Monteprandone e sfruttare il confine tra i due comuni per mantenere il nome Sambenedettese.
Non andò in porto per due motivi: perché i tempi erano stretti ma principalmente perché si sarebbe trattato di uno scippo ad una società che aveva raggiunto la serie D con tanti sacrifici.
Se, però, la fusione tra Samb e Centobuchi facesse parte di un progetto, credo che si potrebbe raggiungere in tempo brevissimo lo stesso obiettivo. Quale? l’arrivo in Seconda divisione nel prossimo torneo.
Il Centobuchi diventerebbe parte integrante della storia rossoblu (che vestirebbe il rossobluceleste), la Samb risorgerebbe molto prima. Con in più la possibilità di avere uno stadio da serie A ed altre strutture che i due municipi (oramai un unico territorio) metterebbero in comune per un programma di sviluppo serio (intanto nel calcio) del settore giovanile.
Come fare? Molto semplice. Gli attuali dirigenti della Samb si rifiutano, in segno di protesta, di iscrivere la nuova Sambenedettese al campionato di Eccellenza e confluiscono con denaro fresco nella società di Marocchi facendo questo accordo: noi nuovi dirigenti faremo il possibile (con importanti investimenti) per portare il Centobuchi in C2, in cambio, nel prossimo torneo, la squadra si chiamerà CentoSamb e sfrutterà la possibilità di cambiar nome in base alla regola delle società con territori confinanti.
Il Centobuchi avrebbe la possibilità di rilanciare evitando di fare la fine del Casteldilama, acquistando a costo zero, ed improvvisamente, almeno cinquemila tifosi in più.
San Benedetto del Tronto avrebbe buonissime probabilità (maggiori forse di una promozione in serie D, da subito) di tornare in un solo anno nel calcio professionistico, i suoi tifosi si salverebbero da una incombente depressione, la sua storia non verrebbe intaccata perché morirebbe una Samb ma ne nascerebbero… cento.
Non vi piace CentoSamb? A parte che è molto meglio di Sambenedettese 2009, ricordo a chi non lo sa che l’Ancona nei calendari della Figc non si chiama Ancona ma Giovane Ancona. Non gli ha portato nemmeno male dopo il fallimento di due anni fa.
I colori delle nuove maglie? Sfondo celeste con due righe (alla Sampdoria) rossoblu sul petto. Sin da subito questo cambiamento di colori per non confondere le idee a tifosi da sempre abituati a chiamarsi rossoblu ma magari rossoblucelesti.
In qualità di socio fondatore della sottoscrizione Tifosi Pro Samb proporrò a Sergio Spina l’idea di far confluire in questo progetto il denaro raccolto che lieviterebbe di fronte alla possibilità immediata del doppio salto di categoria alla faccia di una Lega Calcio che non ha fatto deroghe ad una squadra, ad una città che mai ha avuto promozioni a tavolino come, per esempio, Ascoli e Ancona ma anche come tantissime altre società molto meno blasonate della nostra.
Più ci penso più l’idea mi piace, a voi?
No, no, no l’Eccellenza no.