GROTTAMMARE – Martedì sera i 142 lavoratori della Itac si sono riuniti presso la sala consiliare del Comune per un aggiornamento sullo stato di liquidazione e di concordato preventivo della loro azienda. Paolo Mascaretti, per conto della rappresentanza sindacale unitaria di fabbrica riferisce che «l’assemblea si è aperta con la lettura di alcune parti della relazione del Commissario Giudiziale, il dottor Mattiozzi di Fermo, il quale al termine del punto 6 della stessa scrive: Appare evidente tuttavia come la struttura aziendale della società ricorrente (la Itac) e le relative spese (su tutte, quelle del personale dipendente) non siano state adeguate con la dovuta tempestività ed il dovuto rigore, al consistente calo del fatturato».

«Tutto ciò – afferma Mascaretti – purtroppo le Rsu e le organizzazioni sindacali lo segnalavano già da diversi mesi alla Direzione, ma le nostre osservazioni sono rimaste sempre inascoltate, soprattutto quando l’azienda avrebbe dovuto ricorrere massicciamente all’uso della Cassa integrazione per la quasi totalità dei dipendenti. Ma deliberatamente non l’ha fatto».

L’azienda del Gruppo Cossiri è in liquidazione ed è stato proposto ai creditori chirografari il piano di rientro di una parte dei loro crediti in misura del 42%, ma non prima di ottobre vi potrebbe essere l’omologa da parte del tribunale di Fermo.

«I lavoratori – continua Mascaretti – sono in attesa di percepire ancora gli stipendi di dicembre 2008, di gennaio e febbraio 2009, e solo questo la dice lunga sulle enormi difficoltà nelle quali si trovano le loro famiglie; abbiamo qualcuno che purtroppo è stato obbligato a mettere in vendita la propria casa con il mutuo, in quanto non riesce più a far fronte al pagamento dello stesso. Per non parlare poi di tutti gli altri che devono quotidianamente far fronte a tutte le spese per andare avanti». Poi una constatazione sul comportamento delle istituzioni: «A dire il vero ci aspettavamo qualcosa in più dagli enti comunali ai quali ci siamo rivolti fin dal mese di febbraio per avere degli aiuti o degli sgravi sui pagamenti delle utenze come la Tarsu. Vogliamo concedere loro una prova d’appello e li invitiamo ad interessarsi a noi come ad Ascoli il sindaco e la Provincia stanno facendo per i lavoratori della Manuli e della Pfizer, con i quali siamo totalmente solidali».

Per quanto riguarda il reinserimento nel mondo del lavoro, il rappresentante della Rsu aziendale afferma: «Abbiamo chiesto al servizio Formazione Professionale della Provincia di Ascoli di poter avviare dei percorsi formativi per ottenere una qualifica professionale alternativa a quella ora in possesso dei lavoratori, sembra vi siano buone probabilità per iniziare questi corsi ma siamo ancora in attesa di una conferma che non arriverà prima di settembre».
Poi l’appello agli altri lavoratori che nel Piceno vivono questo momento di drammatica crisi aziendale, che sembra riacutizzarsi e preannunciare un autunno caldo: «Ci appelliamo a tutte le segreterie sindacali e alle Rsu di tutte le aziende in crisi: abbiamo in mente di creare un coordinamento tra Rsu per attivare una sottoscrizione attraverso la quale chiedere l’applicazione dei benefici della Legge Marzano per la nostra Provincia. E cioè un periodo di Cassa integrazione straordinaria ben più lungo del normale, e della relativa mobilità da applicare ai lavoratori che saranno destinati alla perdita del posto di lavoro. Non ci piace vivere di sussidi, ma se qualcuno pensa o ha la certezza che dal prossimo anno ripartiranno l’economia e l’occupazione, ci dimostri con i fatti come accadrà; ma dato che su ciò siamo tutti assai scettici, noi della Itac ci appelliamo ai lavoratori della Manuli, della Pfizer, della Kiss, della Roland, della Arena, della Ahlstrom, e chiediamo loro di unirci e farci sentire nelle sedi competenti».

«Se creeremo questo coordinamento e raccoglieremo migliaia di firme da portare a Roma, vedremo chi avrà il coraggio di negare la Legge Marzano a questo territorio così come non la negheranno al Fabrianese a causa del dissesto del Gruppo Merloni e ad altre province disastrate», conclude Mascaretti