MARTINSICURO – Bancomat clonati presso lo sportello della Banca Toscana in via Roma a Martinsicuro. Ad accorgersi della manomissione sul pannello del bancomat è stato il direttore della filiale, che in seguito ad un controllo di routine ha notato tracce di silicone intorno alla bocchetta di ingresso della tessera magnetica. Segnale inconfutabile che qualcuno aveva rimosso un apparecchio – applicato in precedenza – in grado di codificare le bande magnetiche delle carte e registrare i pin inseriti dagli utenti. Immediatamente sono stati avvertiti i Carabinieri della locale stazione di Martinsicuro che hanno avviato le indagini per risalire agli autori della truffa. Al momento sono nell’ordine di alcune decine le denunce da parte di cittadini che hanno avuto prelievi non autorizzati nei propri conti, ma la filiale ne sta ancora analizzando altri su cui si ipotizzano movimenti sospetti e quindi il numero delle potenziali vittime è sicuramente destinato ad aumentare.

Attualmente il bancomat è stato riparato e funziona in perfetta sicurezza.
Al momento non si è ancora riusciti a risalire agli autori dell’operazione, ma le indagini stanno proseguendo con l’aiuto dei filmati registrati dal sistema di videosorveglianza della banca, che potrebbero essere risolutivi. In base alle prime verifiche sulle transazioni effettuate si sta seguendo una possibile pista di origine rumena, dato che i movimenti di denaro portano all’Est Europa.

Come potersi difendere da questo tipo di reato e come poter riconoscere se uno sportello bancomat è stato manomesso per la clonazione delle tessere? C’è da dire che la bocchetta magnetica applicata dai truffatori è del tutto simile a quella originale e sovrapposta ad essa, pertanto è difficile accorgersi della differenza. A tal proposito le Forze dell’ordine consigliano di verificare, prima di inserire la propria tessera, la stabilità della bocchetta sul pannello (che qualora fosse fasulla e incollata col silicone potrebbe essere soggetta a cedimenti) e di coprire con una mano la tastiera mentre si digita il codice pin, allo scopo di evitare la registrazione da parte di una microtelecamera che i malviventi posizionano di solito in punti strategici del pannello.

L’apparecchio inserito per la clonazione delle tessere di solito viene applicato per un determinato periodo di tempo, dopodiché viene asportato per la decodificazione di tutti i dati registrati. I prelievi dai conti correnti vengono poi fatti tramite acquisti su internet, e quindi più difficilmente riconducibili agli autori della truffa.