SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Per la fine di settembre, inizi di ottobre, dovrebbe essere pronto il “Centro Polifunzionale Palacongressi”. Questa è una nostra denominazione di comodo visto che alla struttura manca ancora un nome. L’ex “Cattedrale del deserto” per eccellenza, costata a suo tempo circa dieci miliardi delle vecchie lire, riprende vita.

E’ stato uno degli iter burocratici più travagliati. Inizia come project financing tra l’allora Amministrazione Martinelli e la famiglia Calabresi. Contestata ferocemente dall’allora opposizione per poi da lei stessa essere sposata una volta al governo della città. Ricorsi, interventi dei Vigili del Fuoco, i sigilli apposti dalla Procura di Ascoli in seguito all’inchiesta seguita al ricorso della società Pubbliodeon che si sentiva danneggiata dal bando di gara per il completamento. Poi, finalmente tutto si appiana e si può ripartire con il project financing e la gestione trentennale della Palacongressi Srl previo completamento della struttura.

A vederlo da fuori sembra ancora esattamente lo stesso ma l’ingegner Marco Sciarra, direttore dei lavori, assicura che all’interno si è a buon punto e si tratta ormai solo di compiere alcune rifiniture. Ad essere più precisi si è in ritardo di dieci giorni sui tempi della consegna ma verranno recuperati a breve con doppi turni di lavoro. Una volta ultimato, il complesso avrà una capacità d’accoglienza per 2.180 persone.

In tutto otto sale così divise: una da 1.000 posti, quattro da 150, un’altra da 130 e due da 90. Tutte avranno come caratteristica la possibilità di poter ospitare proiezioni cinematografiche, eventi e convegni. Nella più grande sarà possibile anche allestire spettacoli di alta qualità per la sofisticata impiantistica usata.

Proprio in questi giorni si stanno posizionando speciali pannelli di insonorizzazione nei punti strategici. Altro particolare che la rende unica: il “graticciato” della stessa è stato riportato ai 17 metri originari: «Avremo così un palcoscenico più grande di quello della Fenice di Venezia» asserisce orgoglioso Sciarra. All’ultimo piano ci sarà anche una sala extra munita di piscina.

Per l’esterno ci sono due soluzioni differenti per il lato sud e per quello nord. Il primo ospiterà un parco per bambini, munito degli ultimi ritrovati in fatto di giochi tesi a stimolare sia la fisicità che l’inventiva dei più piccoli. Il lato nord sarà destinato per lo più alla ristorazione sia da “fast” che da “slow” food all’interno del quale è già previsto un ristorante a cinque stelle.

Per i parcheggi sono previsti 380 posti auto, spazi verdi, zone attrezzate. Mentre davanti alla hall è previsto un lastricato di circa 400 mq per eventuali eventi fieristici. L’accordo con il Comune, che ne rimane il proprietario (trattandosi di una concessione) prevede che l’Amministrazione, per 33 giorni all’anno, possa avere l’utilizzo di qualsiasi sala ritenga opportuno utilizzare.

Tra le massime ambizioni dell’ex “Panettone” quella di scrollarsi di dosso l’appellativo di Multisala cinematografica. Come sottolinea Fausto Calabresi della società concessionaria: «Sarà un centro polifunzionale capace di adattarsi a qualsiasi richiesta. Dal convegno, al concerto, forse anche ai musical, al teatro. A proposito mi fa piacere annunciare che abbiamo già una prenotazione: è quella del “33° Congresso Nazionale della Chimica Organica” che porterà a San Benedetto dalle 500 alle 700 persone dal 12 al 17 settembre 2010»

La data sarà annunciata in forma ufficiale dai dottori Enrico Marcantoni e Roberto Ballini dell’Unicam di Macerata il giorno 8 luglio nel 32° congresso che si terrà a Taormina.  Disponendo l’hotel Calabresi di 43 stanze sarà giocoforza rivolgersi alla Assoalbergatori per chiedere la collaborazione ricettiva di altri colleghi. Tra le “chicche”: sale cinematografiche con proiezioni in digitale ed in 3D. Alle ditte sambenedettesi “BS Eventi” e “Atlante Congressi” il compito di promuovere la struttura.

Si prevede una inaugurazione in grande stile dove il Comune è invitato a partecipare ed, eventualmente, a suggerire iniziative.  L’attuale “grigiore” dei muri lascerà il posto a combinazioni studiate per lo scopo da un pool di architetti con a capo Marino Breccia.