SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ballottaggio e unità della sinistra, divorzi politici che lasciano il segno e analisi del voto (con qualche dato che tutto sommato fa pensare, come quello che registra il 21,12% di elettori che ha scelto di dare fiducia a Massimo Rossi contrapposto al 20,55% registrato dal Partito Democratico).

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta da Massimo Rossi.

«Pur nell’attesa di condividere con le persone, le liste e i partiti che mi hanno sostenuto ogni eventuale orientamento collettivo in ordine al ballottaggio, alla luce dell’appello all’unità della sinistra di Emidio Mandozzi non posso esimermi dell’esternare alcune preliminari considerazioni. Che fare? E’ questa la domanda che corre sui giornali, nelle conversazioni e nella riflessione di quel clamoroso 20,19% di cittadini che, nonostante le indicazioni contrarie e la dura, spesso scorretta campagna elettorale condotta dai numerosi partiti avversari, hanno dato il loro consenso a me ed alle liste che mi hanno sostenuto e, soprattutto, al progetto di sviluppo ed all’idea di politica proposta e già praticata nel precedente mandato.

Sulla base di quali elementi questi cittadini potranno decide cosa fare al ballottaggio? Per persone abituate all’esercizio consapevole e critico della cittadinanza attiva è troppo puerile e banale un generico appello all’unità della sinistra.

A dir la verità, anzi, lascia stupiti, o meglio disturba, l’accorato appello del candidato Mandozzi alla necessità di serrare le file per battere Celani e persino Berlusconi. Viene da chiedersi: ma perché lo stesso spirito di coesione e di unità non l’ha animato quando ha deciso di candidarsi contro il proprio presidente? La cui ricandidatura, peraltro, spiace dirlo a me, sarebbe stata l’unica, in grado di sconfiggere la destra. Lo dicevano non solo il sentire comune ed i sondaggi, ma anche e soprattutto la qualità del lavoro svolto, i risultati ottenuti, il gradimento e la stima trasversale raccolta. E lo confermano gli esiti elettorali: 24.804 voti. Un consenso superiore a quello ottenuto dall’intero Partito Democratico, l’asse portante del centro sinistra nazionale, che si è fermato a 23.167 voti.

Se Mandozzi ed i dirigenti del PD che l’hanno sostenuto non avessero sciaguratamente deciso di disperdere questo straordinario patrimonio di fiducia, dividendo il centrosinistra, l’appello di questi giorni a battere la destra non sarebbe stato necessario perché Celani e Berlusconi, nella provincia di Ascoli Piceno, sarebbero stati certamente già battuti.

Ma la storia accaduta non si cambia e bisogna decidere nello scenario attuale. Per gli elettori che mi hanno votato, che credono nella buona politica come strada irrinunciabile per lo sviluppo del territorio locale e del Paese, l’unità del centro sinistra si costruisce non sulla retorica degli appelli dell’ultima ora ma sui valori coerentemente tradotti in comportamenti e scelte concrete: dunque contenuti, metodi e persone. Lasciando da parte le questioni di metodo (che credo siano, purtroppo, un terreno perso sul quale chi decidesse di sostenere Mandozzi dovrà comunque “turarsi il naso”, viste le pratiche fino ad oggi seguite, tutte interne a logiche di potere dettate dalle segreterie di partito, visti il linguaggio della campagna elettorale e l’uso strumentale dei problemi), veniamo al resto.

I contenuti. Irrinunciabile è sapere, ad esempio, con chiarezza e concretezza se e come verrà realizzato il Polo scientifico dell’Sgl Carbon; come verrà gestito il governo del territorio, come e con quali strumenti verrà tutelato il paesaggio, il patrimonio di specificità naturali e culturali di cui è intessuto. Considerato che più volte Mandozzi ha scritto e dichiarato che dietro alla valorizzazione dei beni paesaggistici c’è una visione “bucolica” dello sviluppo, per chi come me crede invece nel ruolo strategico della qualità dei luoghi come motore di un’economia moderna ed al passo con l’Europa è importante sapere almeno che cosa intenda fare del Piano Territoriale di Coordinamento adottato dalla precedente amministrazione provinciale; secondo quali principi metodologici e tecnici verrà portata avanti la realizzazione della Mezzina; se e come renderà operative le linee guida già approvate dalla mia giunta per pianificare la localizzazione degli impianti fotovoltaici.

Infine le persone. Premesso, al fine di sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, che nè a me nè a nessuno di quanti mi hanno sostenuto interessa negoziare posti o ruoli di sorta, ritengo sia irrinunciabile per poter esprimere un eventuale consenso che Mandozzi, così come mi ero impegnato a fare nel caso fossi giunto al ballottaggio, debba far conoscere la composizione della giunta. Ciò allo scopo di poter capire se sarà solo la logica delle appartenenze ai partiti a definire gli assessorati o, invece, la qualità, la serietà, la passione e la competenza delle persone. Perché, senza queste, ogni programma o promessa d’impegno, come ben sappiamo, è vuota enunciazione, puro spot, che rende la sinistra sostanzialmente uguale alla destra».