COSSIGNANO – Il più antico nucleo dell’edificio può farsi risalire al 1265, anno in cui il cappellano della chiesa di San Paolo, sita fuori le mura, ottenne da Rainaldo vescovo di Ascoli di trasportare la sua parrocchia all’interno del castello ed ebbe dallo stesso vescovo la prima pietra della nuova chiesa. In questa nuova chiesa di S. Paolo, qualche anno dopo (nel 1299), intervenne solennemente il vescovo ascolano Bongiovanni, che impartì ai fedeli della plebanìa di Cossignano una solenne unzione.

Un riscontro puntuale della presenza di una chiesa di S. Paolo in castro è da considerare la notizia del Wadding, secondo cui l’abate di Farfa nel 1448 accolse nell’oratorio di S. Paolo (ossia nell’edificio che di lì a poco sarebbe stato consacrato all’Annunziata), i frati che avevano dovuto lasciare la primitiva sede, sita sul vicino colle di S. Francesco, devastata dai Fermani nell’anno 1388.

Al 1456 risale la campana più antica della chiesa, che porta la scritta: mcccclvi + + iovanes de francescho me fecit in venecias, e che fu sicuramente commissionata dai frati, che inoltre mutarono il titolo della chiesa, dedicandola all’Annunziata (ma ancora nel 1450 un documento ricorda la chiesa di S. Paolo in castro), mentre il titolo di S. Paolo tornò alla primitiva sede fuori le mura, all’estremità orientale dell’antico Borgo.

L’Annunziata era ancora in possesso dei padri francescani nel 1554, data per la quale si ricorda un pagamento di decime ai suddetti padri (tre barili di mosto) effettuato da alcuni contadini. Il 5 ottobre del 1652 il pontefice Innocenzo X soppresse i conventi minori, e l’Annunziata fu poco dopo affidata (18 aprile 1653) al clero secolare e dotata di tre, e poi di quattro cappellanie. Posteriore a tale data è la costruzione degli altari, che risalgono quasi tutti alla seconda metà del Settecento e agli inizi dell’Ottocento.

All’edificio di culto, a navata unica senza abside, con annessa una piccola sacrestia, si accede da un rozzo portale in pietra ascolana, incassato nella disadorna superficie della facciata. All’interno l’affresco più antico, in una nicchia sulla parete sinistra vicino all’ingresso (immediatamente a sinistra dell’altare dedicato nel 1754 da Francesco Travaglini a S. Maria del Soccorso) raffigura la Madonna col Bambino affiancata da Santi, e si può datare alla seconda metà del XV secolo. Gli altri affreschi sono tutti del secolo successivo: i più pregevoli sono di scuola crivellesca, riportati alla luce già agli inizi del Novecento e visti dal Cellini, dal Valentini e dal Pansoni; altri, non meno pregevoli, sono stati liberati dalla calcina in epoca più recente: vanno segnalati quelli sulla parete a destra di chi entra, immediatamente a destra dell’altare dell’Addolorata, raffiguranti rispettivamente S. Lucia, la Madonna in trono con Bambino e i Santi Rocco, Sebastiano e Biagio (quest’ultimi due riportati alla luce durante i lavori di rimozione dell’altare nell’agosto 2005). La dedica del S. Rocco porta la data del 1530 (e il nome del dedicante Laudadeo), mentre un graffito del 1596 tracciato sulla sua superficie attesta che fino a tale data l’affresco fu visibile (in seguito anche’esso fu ricoperto, come tutti gli altri, da più mani di calcina). Di grande interesse sono anche le figure di Santi (specie un S. Giuseppe, affrescato sulla parete nord del presbiterio, a sinistra dell’altare maggiore, commissionato nel 1540 da una madonna Chaterina Lelia), riportati alla luce nel 1970, mentre non è stato mai ricoperto il grande affresco nella nicchia sulla parete di fondo, a destra dell’altare maggiore raffigurante una Deposizione dalla Croce, datato 1530 e variamente attribuito a Cola dell’Amatrice o al maestro Giacomo Bonfini da Patrignone, e che reca, nella parte inferiore destra, la minuscola figura di un frate, forse il committente dell’opera.

Il dipinto di maggior pregio conservato nella chiesa dell’Annunziata è sicuramente la pala d’altare, dipinta a olio su tavola, raffigurante S. Antonio Abate in trono, S. Antonio da Padova e S. Giobbe (m 2,25 × 1,70), opera di Vincenzo Pagani (1490 circa -1568), collocata, insieme con l’altare, sulla parete nord della chiesa, a sinistra di chi entra.