SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non ci dilungheremo, per ora, in analisi e spiegazioni. Sicuramente, come un nostro lettore ha commentato, la comunicazione non è mai stata il punto forte della presidenza Tormenti. Un aspetto che forse un tempo poteva essere marginale, ma adesso, in un mondo dove le informazioni viaggiano in tempo reale, non può più essere tralasciato. Allora, il comunicato letto a quel modo, in quella forma, suona come un ultimo convulso schiaffo alla città, in un momento in cui proprio non ce ne era bisogno.
Di fianco al presidente Gianni Tormenti, invitato con un telegramma a partecipare ad una conferenza stampa che immaginava di tutt’altro tema, il sindaco Gaspari, ignaro di tutto (Marcello Tormenti si era recato in comune in mattinata per discutere del progetto di un manto sintetico al Campo Europa), ha poi risposto alle domande della stampa.
Insomma, c’è modo e modo per uscire, questo è stato, crediamo, il peggiore. A meno che non sia una mossa azzardata per scuotere l’ambiente. Ma fare dietrofront, adesso, sarebbe veramente complicato.
Riportiamo di seguito il comunicato letto:
TRE ANNI DI SOLITUDINE
I Tormenti sono un flop. Come ci viene ripetuto in continuazione, da tre anni e da più parti, l’unico e vero problema della Samb Calcio sono coloro che ne detengono per intero il possesso, l’unico ed il vero problema della Samb Calcio è la famiglia Tormenti. Nel giugno 2006 abbiamo rilevato una società la cui situazione finanziaria e logistica e organizzativa era a dir poco disastrosa, per usare un eufemismo.
Come più volte abbiamo dichiarato, il progetto Samb sarebbe decollato con successo soltanto attraverso l’azione sinergica delle componenti sociali della città, ossia la politica, l’imprenditoria locale e la tifoseria. Ciò non è avvenuto.
Durante questi tre anni in cui ci siamo prodigati, con passione e dedizione, sostenendone per intero l’onere finanziario, per la realizzazione di un programma, abbiamo assistito al progressivo defilarsi di tutti coloro ai quali ci siamo rivolti per ottenere una collaborazione costruttiva. Abbiamo pagato un alto prezzo in termini economici ed affettivi, poiché le nostre vite e quelle delle nostre famiglie, che ci hanno compreso e sopportato, hanno ruotato, per tre anni, attorno ad un unico fulcro: la squadra di calcio di San Benedetto del Tronto.
Non pretendevamo petali di rose al nostro passaggio, ma non ci aspettavamo neanche che nostra madre divenisse bersaglio di epiteti che non staremo ora a ripetere ma che riteniamo specchio dell’animo incivile di chi li ha pronunciati. Prendiamo atto di non essere più graditi alla guida della Samb, forse non lo siamo mai stati. Ciò, a nostro parere, è dovuto ad ingiustificati motivi legati a false informazioni e a pregiudizi irrazionali, mai dettati dai ragionamenti logici basati su fatti tangibili e notizie veritiere. La città ha abbandonato la Samb molto prima che la squadra si ritrovasse nell’attuale situazione di classifica.
A questo punto, con dolore e profondo rammarico, non ci resta che farci da parte. La famiglia Tormenti, pur restandone l’unica proprietaria, da oggi in poi si disinteresserà totalmente della gestione della società. Non abbiamo più intenzione di gettare il nostro denaro in una impresa che ha scaraventato le nostre famiglie in un vortice insensato di insulti, e, cosa ancora più grave, di continua apprensione per l’incolumità personale.
Non sborseremo più alcun euro nella gestione della società, per nessun motivo.
Dichiariamo, quindi, che alla fine di questo campionato, quale che sia il risultato sportivo – mantenimento della categoria o retrocessione – NON ISCRIVEREMO LA SQUADRA AD ALCUN CAMPIONATO PROFESSIONISTICO.
I vostri “Tormenti” sono finiti.