dal settimanale Riviera Oggi numero 767
GROTTAMMARE – Doppiamente crisi per i lavoratori della Itac, lavanderia industriale grottammarese, e di conseguenza per i 18 della Cosfin, la compagnia che curava la parte commerciale della stessa holding dell’Itac, il gruppo Cossiri.
«Ad essere cassa integrati ci si sente umiliati per non avere un lavoro senza averne colpa, mentre gli impegni economici quotidiani vanno avanti come prima».
Ma sentiamo gli umori di un dipendente della Cosfin, che abbiamo incontrato e che preferisce rimanere anonimo.
Perché questa crisi dell’azienda?
«È successo tutto prima, al di fuori della crisi internazionale che è scoppiata nell’ultimo anno ed era difficile da evitare. Questo perché sono le grandi marche che dettano le regole del mercato, anzi, il gruppo Cossiri ha fatto di tutto per seguire i marchi, delocalizzando alcuni uffici dove questi grandi marchi lavoravano, ma non c’è stato niente da fare».
La “colpa” quindi rientra nel discorso del mercato nazionale, delle grandi multinazionali, o della concorrenza di paesi come la Cina?
«Si e quando ci si trova in determinate condizioni il tracollo è difficile da evitare. Perché c’è da dire, spezzando una lancia per il gruppo Cossiri, che sono stati fatti grossi investimenti sia per quanto riguarda l’innovazione che la ricerca, non sono rimasti in balia delle acque, ma hanno lottato fino all’ultimo. La crisi degli ultimi tempi ha dato il colpo di grazia, ed infatti anche altre fabbriche di lavaggio jeans in zona non stanno passando un bel momento».
I lavoratori della Itac hanno scioperato, voi della Cosfin no, perché?
«Ci siamo resi conto da subito della situazione, siamo un’azienda di servizi, customer care, information tecnology. In pratica si offrono servizi per le aziende che effettivamente producono. Abbiamo visto il peggioramento ed abbiamo capito che non c’era nulla da fare».
Cosa ne pensa dell’iniziativa della Provincia di Ascoli, che ha anticipato ai lavoratori i 500 euro della cassa integrazione?
«Non credo affatto sia un’elemosina, anzi, è decisamente un aiuto. Quando si perde la certezza di uno stipendio mensile, si inizia a “scansionare” tutte le spese e si dividono in necessarie e superflue, la palestra, qualche pizza fuori ogni tanto si evitano, si risparmia al massimo perchè non si può tagliare il gas o la luce. Chi ne risente sono anche i figli, che magari vedono togliersi un corso pomeridiano».
I sindacati cosa dicono?
«I sindacati ci hanno detto che non dobbiamo sentirci grati se ci hanno dato la cassa integrazione, perché è il minimo che dovevano fare, ma quando ci si trova in queste situazioni anche un “minimo” è un grande aiuto».
Nella pratica cosa vi hanno detto che faranno?
«Non credo possano fare più di tanto, ci hanno avvisato che organizzeranno dei corsi professionali per permettere a chi ha perso il lavoro di tentare una nuova strada. Ma neanche loro sanno quale lavoro effettivamente potrà superare la crisi. Per ora ci sono solo incertezze».
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Come componente della RSU della itac, rispondo all"anonimo dipendente"che si è prestato ad una simile intervista. 1) Vi sono dipendenti della itac che non percepiscono lo stipendio dal mese di dicembre i quali tra poco si vedranno sfrattati, o con gli appartamenti pignorati dalle banche in quanto sono rimasti sul lastrico nel vero senso del termine! Altro che pizze e palestre, tra poco chiederemo le elemosine al posto degli extracomunitari!! Di Cassa integrazione fino ad agosto non vedremo un centesimo. 2) i cosiddetti "investimenti" sono stati soltanto dei flop clamorosi, per quanto riguarda la ricerca idem, hanno caricato i costi… Leggi il resto »
Volendo far seguito al commento precedente,
invitiamo i lavoratori della itac o i loro familiari a
lasciare degli altri commenti
e a far presente la loro reale situazione,
altro che spezzare le lance…
manca una domanda che molti a Grottammare si fanno: cosa ne pensa dei cinesi che 800 mt più avanti nel vecchio stabilimento della Merlini Cavi continua a fare il lavoro che non fate più voi??
E' un luogo dove si dovrebbe fare controlli continui di tutti i tipi , dove non si sanno quante persone ci lavorano , quante persone ci vivono all'interno, e quando pagano di immondizia visto che ci abitano sicuramente tante persone 10,/ 20 ? .
le vecchie fabbriche adibite a dormitorio , Grottammare ? ROMA? Milano ?? no !!! qui siamo in CINA.
sono convinto che nessuno lo sà o ha mai fatto controlli fuori orario.
Giusto Mariano, ma oltre a non fare controlli nessuno sanziona i ns connazionali complici di tali abusi!!! Se solo si requisissero gli stabili affittati a chi fa attività illecita, vedi come molti italiani darebero in locazione gli edifici con molta attenzione e senza nessuna complicità…
PER COMPLETARE IL MIO INTERVENTO. il 22 % dei cinesi in italia hanno la doppia nazionalità. FRA 20 anni AVREMO QUALCHE SINDACO CINESE. Qualcuno sta scherzando con la pelle degli italiani. domandate ,vedete cosa sta accadendo nelle zone di Prato o più vicino ad Alba Adriatica ? CONTROLLA QUANTI CINESI SONO NATI NEGLI OSPEDALI DI : SBenedetto, Ascoli Piceno,Giulianova ,S. Omero e capirai Vai nella Zona Calzaturiera e controlla quanti piccoli laboratori e chi ha in mano i pezzami delle scarpe, andate a controllare Molti industriuali DICONO , senza i Cinesi le nostre fabbriche avrebbero gia chiuso. lavorano regolarmente ?… Leggi il resto »
Mariano ha sollevato il problema del dumping, la magistratura e chi di competenza devo agire in questa direzione punendo sia i cinesi che i connazionali compiacenti, senza ralasciare che spesso dietro insediamenti più o meno abusivi si può nascondere l'ingresso della mafia cinese…