SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Lo sviluppo di San Benedetto e dell’hinterland Piceno? Passa attraverso il porto. Di questo si è discusso durante il convegno organizzato dalla sezione costruttori edili di Confindustria di Ascoli Piceno, dal titolo “Il nuovo porto  di San Benedetto del Tronto: opportunità per la città e il territorio Piceno”, che si è svolto venerdì 30 gennaio nella sede della Gem.
Presenti, tra gli altri, il sindaco Giovanni Gaspari, gli assessori regionali con delega al Piceno, Sandro Donati e ai Porti, Lidio Rocchi, oltre ai presidenti dell’Ance Marche, Massimo Ubaldi e di Ascoli Piceno, Raniero Iacoponi.
«Il mare – ha detto Donati – ha sempre costituito un rilevante fattore di sviluppo che può influenzare significativamente l’economia di una regione, sia come motore propulsivo di attività industriali, sia come sede di attività turistiche, ricreative e sportive. Per San Benedetto e per il Piceno, ma anche per tutte le Marche, il porto può e deve quindi trovare un assetto prioritario per diventare realmente volano di crescita dell’economia. Servono allora adeguate politiche di sviluppo mirate anche alla realizzazione di infrastrutture portuali, al miglioramento della produttività di tutta l’area dell’indotto»
Sulla stessa linea l’assessore Lidio Rocchi, il quale ha sottolineato «che il porto sambenedettese rappresenta da sempre un importante punto di riferimento commerciale del nostro sistema economico, un fulcro su cui far leva per la crescita della nostra regione. E’ necessario quindi pensare a strumenti innovativi per valorizzare quest’area, affiancando progetti per realizzare infrastrutture di servizio. Occorre avere un Piano regolatore completo del porto sambenedettese per poi battere cassa al Ministero competente».
Infatti, la delibera della giunta regionale sul Piano dei porti evidenzia per il porto di San Benedetto del Tronto l’esigenza primaria di una pianificazione organica che individui le caratteristiche e la destinazione funzionale delle aree interessate.
Durante il convegno è emersa, inoltre, la necessità di uno studio che analizzi in maniera approfondita la situazione  economica e finanziaria dell’intera area, da dettagliare solo dopo l’approvazione dell’aggiornamento del Piano regolatore portuale.