SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Accordo sindacale per la crisi della Roland Europe: questa mattina, presso l’assessorato alle Politiche del Lavoro della Provincia di Ascoli. Per 44 lavoratori dell’impresa di strumenti musicali (la forza complessiva è di 210 dipendenti) è prevista la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, tuttavia la Roland si impegna, dopo l’inoltro di istante della Cassa Integrazione al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale per crisi aziendale, ad anticipare la Cigs fino all’approvazione della stessa da parte del Ministero; oltre questo, la ditta con sede operativa ad Acquaviva Picena elargirà una erogazione di incentivo composta da una parte fissa ed una variabile legata all’anzianità di servizio per i 44 lavoratori licenziati.Nella nota stampa diramata dal vicepresidente della Provincia di Ascoli Emidio Mandozzi si fa riferimento anche al mantenimento del sito produttivo di Acquaviva Picena con un piano di investimenti che sarà monitorato periodicamente dalle Istituzioni e dalle Organizzazioni sindacali con incontri periodici nel corso del 2009.

All’incontro hanno partecipato, oltre a Mandozzi, anche l’assessore regionale Ugo Ascoli, il presidente Akira Hanechi ed il direttore del personale Alfredo Maroni, assistiti dalla dottoressa Claudia Nicolai di Confindustria Ascoli Piceno e dal dottor Stefano Carotti dello Studio di Consulenza del Lavoro, nonche i rappresentanti dei sindacati confederali e delle R.s.u. aziendali.

Quello odierno è stato il nono di una serie di incontri (unocon le organizzazioni sindacali, cinque in Assindustria e tre con le istituzioni locali ) avviati a partire dal 19 di settembre, data di richiesta dell’apertura della procedura di mobilità.

La Roland Europe ha ribadito nella riunione odierna che le motivazioni di tale richiesta sono imputabili ad una perdurante e consolidata crisi del mercato di riferimento che evidenzia una drastica diminuzione delle vendite nel mercato statunitense, oltre che per un cambiamento sostanziale dei gusti della clientela musicale, anche a causa della poca competitività del Made in Italy sotto il profilo dei prezzi.