dal settimanale Riviera Oggi numero 747
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Continuiamo la nostra indagine sulle barriere architettoniche presenti in città. Ci accorgiamo che sono davvero molte. Andando in giro per le vie cittadine in diversi casi si trovano realtà difficili da vivere per il diversamente abile. Una delle zone meno accessibili ai disabili, o anche a chi vuole semplicemente fare un percorso a piedi magari con il proprio bimbo sul passeggino, è sicuramente il Paese Alto. È vero che si tratta di un centro storico, ma a volte basterebbe realizzare un piccolo marciapiede per evitare il rischio che qualcuno sia investito. In via Fileni e in via Conquiste ad esempio si è costretti a passare sul ciglio della carreggiata, mentre una fila di macchine parcheggia tranquillamente a lato della stessa. Non sarebbe più opportuno inibire il posteggio delle auto e realizzare un marciapiede? Raggiungere il cimitero a piedi è quasi impossibile, o comunque rischioso dato che si è costretti a passare in mezzo alla strada. Stessa situazione in via Marinuccia, dove tra l’altro la strada è di più recente costruzione. Anche qui i pedoni sono costretti a dividere la carreggiata con le automobili. Il colmo è poi tra piazza Dante e via Case Nuove: è stato posto un delimitatore di traffico probabilmente per evitare il passaggio di motocicli ma con il risultato che i motocicli transitano ugualmente perché lo spazio è più che sufficiente, ma una carrozzella per disabili, a meno che non sia piuttosto stretta, non riesce a passare. E ancora in via Benvenuto Cellini, anziché costruire un marciapiede sul ciglio della strada hanno messo dei blocchi di cemento che interdicono il passaggio pedonale e restringono comunque la strada, sicuramente più di un marciapiede.

Qualcuno potrebbe giustificare la cosa dicendo che è difficile modificare la struttura di una zona così antica della città. Qui però non si tratta di fare troppe modifiche, ma solo di essere più attenti alle esigenze di una cospicua fascia di popolazione costituita da bambini, anziani e disabili.
E comunque il disagio non riguarda solo la parte più vecchia del territorio comunale. Diamo uno sguardo ad una zona piuttosto recente: il quartiere Santa Lucia. Anche qui i marciapiedi sembrano non essere contemplati. Si cammina sul ciglio della strada a ridosso delle mura delle case. Una signora ci dice che tutte le mattine accompagna sua figlia a scuola in macchina: «Troppo pericoloso per una ragazzina di dieci anni camminare sul margine della strada. E qui poi le macchine che vanno e vengono da Acquaviva sfrecciano». Per noi normodotati è facile, si prende la macchina e ci si sposta come e dove si vuole, anche per fare pochi metri a volte. Ma chi non ha la fortuna di disporre delle proprie gambe? Chi non ha un’auto a disposizione? Purtroppo per tante persone la vita nel nostro Comune non è facile.