SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Come partire in panchina con le placche alla gola, scendere in campo per sostituire dopo pochi minuti di gioco il centravanti titolare reduce da una doppietta, lottare e sgomitare contro una squadra da play off e segnare a cinque minuti dalla fine sovrastando di testa il proprio marcatore.
Alla giornata d’oro di Cristian Cigan, forse, mancava solo l’emozione di segnare sotto la curva nord. Ma non si può avere tutto dalla vita, figuriamoci dal calcio.
«Sono contentissimo, abbiamo battuto una grande squadra per merito della nostra voglia di vincere. Dedico questa gioia alla città di San Benedetto».
Nel futuro prossimo Cigan dovrà tornare a vestire i panni del centravanti puro, causa infortunio di Pippi. Non è il suo ruolo, ma al giovane rumeno pare non importare granchè. «Non importa dove gioco, l’importante è che ripetiamo questa prestazione».
Il portiere Ivan Dazzi, da parte sua, ripercorre i momenti salienti di una partita non certo inattiva. «Ho temuto su un colpo di testa di Varricchio, che ha rimbalzato per terra costringendomi a non poter bloccare la palla. Stiamo superando il momento brutto, ora il vento è cambiato, speriamo di continuare così».
San Benedetto terra di grandi portieri (emergenti), da Zenga e Tacconi fino a Consigli, senza dimenticare Visi: «Ne sono cosciente, credo sia la prima cosa che mi hanno detto fin da quando in autostrada stavo venendo la prima volta a San Benedetto. Spero di essere ricordato come un buon portiere quando non sarò più qui. Non aspiro certo ad emulare gli irraggiungibili, voglio solo lasciare un buon ricordo».
Dal numero uno della difesa allo stopper che insieme al possente Moi ha tenuto eccellentemente a galla la difesa rossoblu. Arnaldo Bonfanti si schernisce: «La velocità non è il mio forte, ma credo di aver fatto bene negli anticipi e sulle palle alte. Tutta la difesa è stata fortissima, contro un reparto offensivo di prim’ordine come quello del Padova».