ASCOLI PICENO – Produzione di qualità, filiera corta, distribuzione commerciale con e oltre la Nestlè. Questi in sintesi i connotati del progetto di rilancio della Foodinvest presentato dall’imprenditore Alessandro Pignoletti in un incontro presso la sede Confindustria di Ascoli, davanti a istituzioni, sindacati e operai.
La cordata rappresentata dall’imprenditore padovano amministratore del gruppo Berni è interessata all’affitto dello stabilimento di surgelati vegetali di San Benedetto del Tronto. La trattativa con il gruppo Malavolta è in pieno svolgimento, ci sono stati contatti con la Nestlè, grande committente dell’azienda, ci sono stati incontri con la magistratura, interessata dai concordati preventivi messi in atto da Malavolta per le sue aziende.
Pignoletti si presenta così: «Vogliamo la ex Surgela perché qui c’è un’agricoltura che coniuga grandi dimensioni e qualità».
Vicino a rilevare la Surgela nel 2001, Pignoletti ha poi acquisito e rilanciato i marchi della Berni (Condiriso, Condipasta), aumentandone le quote di mercato e la diffusione nei supermercati.
«Già nel 2001 chiesi a Malavolta di entrare in società con lui. Mi sono riproposto nel Piceno perché c’è un settore agroindustriale da sempre all’avanguardia. Oggi più che mai i concetti di filiera e tracciabilità dei prodotti sono fondamentali per dare tranquillità al consumatore», ha spiegato Pignoletti.
E la forza lavoro? Queste le rassicurazioni di Pignoletti: «Questo territorio può sostenere non uno ma più stabilimenti agroindustriali di grandi dimensioni, come la Surgela».
NON SOLO NESTLE’ Il suo programma prevede di creare un marchio leader nel mercato dei prodotti vegetali surgelati, freschi e conservieri, «a partire dal know how della Surgela e dalla nostra forza di vendita».
Se il subentro va in porto, dovrebbe nascere il marchio Green Garden, una sorta di riedizione del vecchio e storico marchio “Valle degli orti”. Un marchio che richiama il territorio marchigiano, i valori di qualità e cultura del territorio, l’ecocompatibilità dei meccanismi di produzione grazie all’uso energetico delle biomasse.
Quindi le commesse della Nestlè non sarebbero l’unico canale di mercato, ma lo zoccolo duro su cui ricominciare l’attività produttiva a Porto d’Ascoli, per poi diversificare.
LA TRATTATIVA Il terreno su cui sorge la Foodinvest e l’immobile aziendale sono intestati ad una società del gruppo Malavolta, gli impianti sono intestati a un’altra società del gruppo. La trattativa è complessa, i soggetti protagonisti sono molteplici. L’imprenditore padovano dice: «Non posso prevedere i tempi di conclusione della trattativa, dipende da molti soggetti».
«NON SONO UN IMMOBILIARISTA» Di fronte alle perplessità manifestate dalla Cisl, Pignoletti ha categoricamente smentito possibilità di intenti speculatori.

«Siamo aperti agli imprenditori del territorio, anche se il loro ingresso non è una conditio sine qua non. Se Malavolta non ci dà la Foodinvest, potremmo anche pensare di fare un impianto ex novo in questo territorio».
Il sindaco Gaspari ha ribadito la destinazione urbanistica della zona di via Verbania: «Finchè sarò sindaco, non sarà mai residenziale. Tantomeno zona per grandi insediamenti commerciali, il Piano territoriale di coordinamento della Provincia porrebbe seri veti».