* Presidente della Provincia di Ascoli Piceno (Rifondazione Comunista)

ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo.
In tutta sincerità non mi aspettavo che il Partito Democratico piceno si dissociasse dalla mia presa di posizione, unicamente finalizzata a tutelare il territorio, la sua rappresentanza politico-istituzionale e quella socio-economica dinanzi alla reiterata manifestazione di disinteresse del vertice della Regione a dar conto dei solenni impegni assunti per il rilancio del sud delle Marche e a fronte del delinearsi di decisioni lesive delle sacrosante aspirazioni della comunità del Piceno.
Quello era infatti l’unico obiettivo del mio intervento per cui, pur abituato agli atteggiamenti di scherno del segretario provinciale del Pd, voglio chiedere agli esponenti ascolani di quel partito se, alla luce dei fatti, non ritengano che il Presidente della Regione, al di là degli annunci e di “fugaci” assegnazioni di deleghe assessorili, nella forma, nelle relazioni ed anche nella sostanza non dimostri di snobbare e penalizzare non me, ma tutto il Piceno.
Il Pd non può negare che il presidente Spacca, disposto ad intervenire ad Ascoli dal palco del teatro o nella sede degli industriali, non trova da due mesi un paio d’ore per incontrare i rappresentanti delle categorie e delle organizzazioni dei lavoratori del Piceno riuniti attorno al Tavolo di coordinamento della programmazione economica della Provincia (che il Pd bolla come il “caminetto di qualche imprenditore”!)
Il Pd non può negare che il presidente Spacca, a fronte della inconfutabile necessità di un riequilibrio socioeconomico e infrastrutturale del Piceno, non più di due giorni fa abbia proposto alla Giunta regionale una ripartizione dei fondi FAS che penalizza il Piceno a vantaggio delle altre Province che hanno già avuto, che non prevede l’elettrificazione della tratta ferroviaria Ascoli-San Benedetto, che prevede meno della metà delle risorse necessarie per le bretelle stradali di San Benedetto e Fermo per cui esistono già i progetti.
Alzare la voce quando è il momento di invocare rispetto e risposte concrete per la comunità che mi ha eletto è un dovere istituzionale, non ci sono ragioni di schieramento o opportunismo preelettorale che tengano. Questo, perlomeno, è il mio modo di intendere un mandato ricevuto dagli elettori. Se il Pd la pensa diversamente, faccia pure.