SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I rappresentanti provinciali di Cgil, Cisl e Uil organizzano per mercoledì 23 gennaio, alle 9.30, presso l’auditorium comunale, un incontro aperto al pubblico per discutere di una nuova “piattaforma sindacale”, costituita da sei punti programmatici, finalizzata a superare le difficoltà occupazionali che hanno colpito le nostre zone, cercando di rilanciare un nuovo modello di sviluppo.

L’assemblea prevede la discussione dei punti fino alla compilazione di un documento che verrà mostrato all’amministrazione comunale entro il 20 febbraio, dopo averne ovviamente discusso in altre assemblee che si terranno in molti luoghi di lavoro del territorio.

Mercoledì si parlerà del possibile sviluppo urbanistico della città e delle prospettive per il nuovo Piano Regolatore, delle politiche abitative, dei servizi pubblici e delle tariffe della terziarizzazione. Si discuterà anche di sicurezza e qualità della vita sociale, ovviamente di lavoro (con un occhio di riguardo per la situazione del settore agroalimentare) e di turismo.

«La provincia vive un periodo di crisi socio economica e lavorativa – spiega Antonio Angelini della Cisl – e noi dobbiamo cercare di creare un nuovo modello di sviluppo, discutendo su ogni realtà territoriale. Crediamo che ogni azione della pubblica amministrazione debba essere fatta in funzione di un disegno complessivo che abbracci tutti gli aspetti del territorio. Oggi assistiamo allo sgretolarsi del settore agroalimentare e per questo dobbiamo cercare di ricostruire un sistema produttivo sambenedettese». Per Giuseppe Pacetti, segretario provinciale Uil, questa ricostruzione deve passare anche attraverso la scuola.

Ogni progetto di sviluppo ha bisogno di eccellenze che possono essere formate nei nostri istituti, come l’Ipsia o l’Alberghiero, ma anche dal settore universitario. «Dare peso all’Università e alla sanità – ha affermato Pacetti – è importante. Da un lato si mettono in relazione imprese con settori di sviluppo universitario, dall’altro si possono creare delle specializzazioni di ampio richiamo nelle nostre strutture ospedaliere (come Chirurgia) di grande richiamo e che attirano persone da fuori regione».