SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La premessa sta in una frase dell’assessore Loredana Emili: «La convocazione della commissione Sanità con quell’ordine del giorno è stata una scelta errata e dannosa. Non credo che una promiscuità dei ruoli sia utile alla politica e agli organi di direzione della zona territoriale 12».
Aveva fatto rumore l’assenza dell’assessore alla Sanità dall’ultima seduta della commissione, convocata per discutere del reparto di Cardiologia dell’ospedale civile in ottica Area Vasta Ascoli-San Benedetto.
Ma come, la titolare della delega alla Sanità, dipendente dell’Asur, che non partecipa a una riunione del genere? Per Piunti di An, la contemporanea partecipazione di molti esponenti della maggioranza suonava addirittura come un atto di sfiducia verso la Emili, notoriamente contraria al ciclo di riunioni voluto dalla collega Palma Del Zompo, medico di famiglia ed esponente colonnelliana del Partito Democratico.
Altri osservatori si sono soffermati sul contrasto fra la Emili e la Del Zompo, altri ci hanno visto il riflesso di più o meno noti mal di pancia fra le correnti del Pd piceno.
Le motivazioni dell’assenza, formalmente espresse con la formula “impegni personali non rinviabili”, sono espresse in una lettera che giovedì la Emili ha inviato alla giunta e ai capigruppo di maggioranza. Un testo che suona come una sorta di richiamo all’ordine, come una asserzione per riportare i colleghi di maggioranza a una linea condivisa sul tema Area Vasta; un mini-manifesto per le contingenze attuali, scritto di pugno da chi si sente in grado di imporre una prospettiva ben precisa sull’attuale questione sanitaria.
Discutere non è sempre bello e utile, sembra dire la lettera della Emili.
«Non vorrei che fumose discussioni ci facciano perdere di vista alcuni obiettivi come la vendita dell’edificio di via Romagna dove è ubicato il poliambulatorio, una sede ormai fatiscente e indecorosa, piena di barriere e senza parcheggi». In sostanza, la Emili ricorda che la vendita dell’immobile di proprietà dell’Asur – finanzierebbe la ristrutturazione dell’ospedale, ndr – deve convenientemente essere preceduta da una variante urbanistica: tempi lunghi, dunque, fra le procedure di vendita ad evidenza pubblica e l’affitto di una nuova sede per i servizi territoriali.
Per la Emili sta proprio qui «l’importante contributo che l’amministrazione locale può dare all’organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali». Su questo, non su altro, il Comune dovrebbe indicare una strada, sostiene l’assessore, evitando interferenze, «speculazioni politiche, interessi personali e di bottega, polemiche come quelle generate dal voto incauto della mozione consiliare presentata da An».
Perchè «la politica non può tutto, anzi, la politica è parte del problema non della soluzione». Che vuol dire? La Emili punta sul fatto che la legge regionale dà alla conferenza dei sindaci competenze d’indirizzo e di valutazione sui direttori di zona e che occorre ridare più rispetto alla professionalità del personale sanitario e all’Asur, limitando le discrezionalità politiche.
Ma – e qui sta l’apice della critica della Emili, che più farà discutere – «il nostro Comune mi sembra vada nella direzione opposta chiamando a discutere un organismo tutto politico, quale una commissione consiliare, su progetti esclusivamente sanitari».