SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Continua la vicenda giudiziaria e umana delle due bambine italo-belghe, ospitate dal mese di novembre nella casa famiglia Santa Gemma e contese fra la famiglia paterna e quella materna. Sullo sfondo della vicenda, inquietanti e ancora oscure accuse di presunti abusi sessuali.
Martedì 8 maggio il Tribunale dei Minori di Ancona è chiamato a valutare la seconda richiesta di rimpatrio fatta dal padre delle bimbe, l’insegnante Rocco Antonini, residente nella città belga di Mons.
Davanti al giudice Giovanni Manzoni comparirà anche Maria Pia Maoloni, la madre delle due bimbe di sette e quattro anni, residente a Grottammare dopo che il Tribunale di Mons ha spiccato verso di lei un mandato d’arresto. La sua legale, l’avvocato sambenedettese Gabriella Ceneri, eccepirà l’incompetenza da parte del Tribunale dei Minori a valutare la richiesta di rimpatrio. «Con la sua pronuncia dello scorso dicembre la Corte d’Appello italiana ha stabilito che non c’è stata sottrazione di minore», commenta la Ceneri.
Inoltre, continua la legale della Maoloni, il padre non ha presentato ricorso in Cassazione contro quella decisione. Quel provvedimento ritenne la signora Maoloni non responsabile di sottrazione di minore per aver condotto le due bimbe da Mons a Castignano, il suo paese originario in provincia di Ascoli. Di fatto, stabilì la Corte, alla Maoloni non era stato ancora notificato il provvedimento del tribunale belga che stabiliva l’affidamento esclusivo al padre.
Lo scorso 28 marzo la giustizia belga, tuttavia, ha confermato l’uso esclusivo della patria potestà per il padre.
La triste vicenda delle due bimbe, recluse da mesi in istituto, ha avuto una vasta eco in città. Un movimento d’opinione ha sostenuto le ragioni della madre, è stata organizzata una raccolta di firme e una petizione destinata al ministro della Giustizia Mastella per autorizzare la Procura di Fermo a chiedere la rogatoria internazionale e acquisire eventuali elementi di prova in Belgio.
Il padre e il nonno delle due bambine, da parte loro, stanno compiendo una parallela battaglia legale per farle tornare in Belgio. Negano ogni ipotesi di abuso e reputano la signora Maoloni un soggetto psicologicamente instabile.