SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci sono tre corpi in fondo al mare, e li possiamo soltanto piangere. Chi scrive non ha, al momento, tutti i dati tecnici per dire che ci sono ritardi nei tempi di recupero del Rita Evelin, immobile ad ottanta metri di profondità: e quindi, per ora, può soltanto invocare il recupero più veloce possibile del peschereccio e dei tre corpi ancora dispersi, con il massimo rispetto di chi, a rigor di logica, sta lavorando per una impresa difficile.

Non per questo il dolore di chi scrive non si è trasformato in rabbia, perché, svolgendo il mestiere di chi deve informare, sa distinguere un fatto degno di essere raccontato dai semplici riempitivi di righe, pagine e palinsesti.

Allora chi scrive ha provato profonda rabbia nel vedere i servizi del Tg Marche Rai delle 14: pochi secondi – con immagini peraltro di ottima qualità, a riprova delle buone capacità di operatori e giornalisti – impaginati di “taglio basso” (persino dopo il Tg Itinerante da un paesino dell’entroterra fermano). Sommarie informazioni e quindi si passa subito a notizie prive di interesse generale: convegni, conferenze, inaugurazioni. Insomma la solita camomilla che si conosce bene.
Ma a chi interessa quello che è accaduto? Soltanto ai cittadini di San Benedetto, Martinsicuro, e magari della Tunisia? Perché questo benedetto telegiornale regionale della Rai non solleva il problema di questi tre corpi, perché non viene messo il microfono davanti ai parenti dei dispersi, davanti al sindaco Gaspari e al sindaco Maloni, davanti a quei pescatori dubbiosi che è facile far parlare? Perché farci piangere e disperare da soli? E sarebbe stata la stessa cosa se i dispersi non fossero sambenedettesi, ma di qualche altra città? Perché non aiutarci a creare un caso nazionale, se, come dicono in Capitaneria, si sta cercando di avere gli uomini della Marina Militare per il recupero dei corpi, ma sono già passati tre giorni e questa mobilitazione tarda?

L’informazione non serve solo a raccontare i fatti: serve anche a creare una sensibilità collettiva, serve a diffondere idee ed esigenze, a muovere la politica dove, da sola, non andrebbe mai. Ma cosa possiamo fare, se il nostro sindaco Gaspari è costretto ad elemosinare aiuti (da un nostro articolo precedente: “Gaspari assicura il massimo impegno nel sollecitare le autorità competenti e nel cercare di velocizzare il più possibile le operazioni di recupero dei corpi. Il primo cittadino cercherà la collaborazione dei vertici della Regione Marche. «Per quanto è in mio potere, sono a vostra completa disposizione per aiutarvi e sollecitare il recupero dei corpi in tempi brevi»”) ai vertici politici regionali, che in questa occasione come sempre si sono ben guardati da gesti non generosi, ma minimi (D’Alema ha mandato un telegramma di solidarietà ai parenti dei dispersi, e il presidente della Regione Spacca? In due anni forse non ha mai messo piede a San Benedetto, non lo abbiamo mai visto, e anche stavolta è rimasto immobile nel suo piccolo moderatismo silenzioso). Impossibile, quindi, pretendere sforzi, quando l’informazione regionale e la politica regionale sono così disinteressati a quello che per noi, da qualche giorno, è tutto.

Qualcuno ha già cominciato a chiamare il caso del recupero del Rita Evelin come un “piccolo Rodi”. Non sappiamo se è così. Di simile restano i morti e quel pizzico di indifferenza che non ci aspettavamo.