SAN BENEDETTO DEL TRONTO- La ricerca di Daniela Zanzi per conto di Asteria (Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico e la Ricerca Applicata) e della Fondazione Carisap ha studiato la popolazione ittica presente presso le barriere frangiflutti da San Benedetto a Pedaso, classificandola tramite operazioni di cattura e riprese video effettuate dal Nucleo Sommozzatori della Capitaneria di Porto sambenedettese. L’ecosistema è stato studiato durante la stagione estiva ed invernale e nel prossimo autunno si svolgerà la seconda parte della ricerca, che è in stretta connessione con l’imminente istituzione del Parco Marino del Piceno. Esempio concreto di ricerca scientifica applicata ad un importante investimento culturale e microeconomico, lo studio di queste nicchie ecologiche va a valorizzare il turismo sottomarino e i servizi ad esso connessi nell’ottica di uno sviluppo sostenibile locale.
Immersioni, snorkeling (osservazione delle specie ittiche posizionandosi appena sotto la superficie dell’acqua) e pesca sportiva sono solo alcune delle attività per appassionati o semplici curiosi. Ci sono poi le attività connesse di studio e salvaguardia del patrimonio marino, tutela del Parco, corsi di educazione ambientale e fotografia subaquea. Tutto un settore microeconomico che va ad inserirsi in una offerta turistica più differenziata e meno legata alla stagionalità. Si pensi solamente a che promozione per il territorio possa essere offerta dall’ìnserimento delle foto dei nostri fondali all’interno dei cataloghi turistici.
Nonostante la marcata antropizzazione del nostro litorale, la ricerca Asteria ha monitorato ben 24 specie di animali acquatici, sette tipologie di invertebrati e la cosiddetta “ulva rigida�? o lattuga di mare. L’unica nota stonata è rappresentata dall’eccessiva fioritura di alghe durante l’inverno, indice di un eccessivo arricchimento di sostanze nutritive trasportate dai fiumi, derivata dagli scarichi urbani e dalle attività industriali e agricole.
La ricerca è stata presentata presso la sede sambenedettese della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino. Il Rettore era rappresentato dal Prof. Massimo Sargolini, urbanista per formazione, conoscitore della biologia marina per esperienze lavorative, il quale ha rimarcato l’importanza di un Parco Marino del Piceno in sinergia con l’entroterra. “La biologia non conosce i confini demarcati dagli uomini – ha affermato- quindi va portata avanti una visione il più possibile deterritorializzata�?.