GROTTAMMARE – «Questa è una questiona abbastanza semplice da spiegare». Iniziava così l’intervento dell’ex sindaco di Grottammare Massimo Rossi (attuale presidente della Provincia), durante il consiglio comunale del 16 ottobre 1998, come riportato dalla trascrizione del discorso nella delibera n° 64 di quell’anno. Delibera che aveva per oggetto il “Parere in ordine alla trasformazione dello Statuto della Istituzione Povera Costante Maria�?.
Il parere riguardante la questione «abbastanza semplice» venne poi votato favorevolmente da 12 consiglieri comunali, con due astensioni (Cesare Carboni e Natalino Mori del gruppo “Popolari e Socialisti�?).
Nelle tre pagine di trascrizione dell’intervento di Rossi, l’ex Sindaco illustra la situazione relativa a tre IPAB (Istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza). «A Grottammare ce ne sono tre: la Fondazione Contessa Maddalena Pelagallo […] che opera da anni e in maniera attiva», «l’ente Ospedale che è quasi immobile» e «l’Istituzione Povera Costante Maria». Riguardo quest’ultima, Rossi la presentò così ai consiglieri comunali (il testo riporta l’intercalare del linguaggio parlato, ndr): «Il patrimonio è gestito, ci sono delle rendite, sono molto basse, ma ci sono. Ci sono dei beni, alcuni di questi sono stati espropriati dal Comune, per esempio, la vecchia caserma dove stiamo allargando gli Uffici Comunali, alcuni terreni dove stati fatti degli edifici di 167 di Edilizia Economica e Popolare e quindi ci sono dei patrimoni anche in denaro che sono depositati. Quindi questa Istituzione è ancora in piedi. Adesso si sta un pochettino aggiornando. Vuole riprendere la sua attività altrimenti deve essere sciolta, con il rischio che il patrimonio possa passare niente meno che al Comune di San Benedetto, come diceva il testatore. Quindi, è interesse del Comune procedere rapidamente ad aggiornare le finalità, perché non venga meno questa istituzione con il rischio che il patrimonio possa passare ad altri».
In questo primo passaggio Rossi afferma, implicitamente, che: a) si è effettuata la “vendita o la permuta di alcuni dei fondi rustici�?; b) che vi è stato almeno un intervallo temporale in cui l’attività dell’Istituzione non si è svolta.
«Aggiornare cosa significa? – continuava Rossi nel suo intervento – Significa che fermo restando le finalità indicate dal testatore, prendere atto che la realtà dei tempi si è trasformata e che per raggiungere quegli scopi, bisogna fare cose un po’ diverse […] Quindi le cose che venivano programmate, erano cose che oggi hanno un sapore un po’ stantio. Come sapete sul Collegio si faceva la scuola per le ragazzine. Chiaramente con la scuola dell’obbligo queste funzioni sono venute meno e si diceva nello Statuto che questa scuola doveva aiutare le famiglie povere di Grottammare e dare un sollievo a povere madri. Chiaramente oggi, aiutare le famiglie povere non significa soltanto fare scuola alle fanciulle e poi la povertà non è più un concetto come quellGo dell’800. […] Quindi, è molto importante che si va ad attualizzare questa cosa, altrimenti si rischia di sciogliere questa istituzione e non si sa da dove va a finire il patrimonio».
Qui Rossi dichiarava invece in maniera chiara la volontà/necessità di modificare le finalità della Istituzione, nonostante l’espressa contrarietà del testamento.