Innanzitutto, conosciamo meglio la “persona” Ballardini: quando è nato e dove?
Sono nato 40 anni fa a Ravenna.
Ci dica degli aggettivi che rispecchiano la sua personalità?
Sicuramente la serietà e la professionale che metto nel mio lavoro.
Quando ha iniziato ad allenare e dove?
Iniziai nella primavera del Bologna per poi passare al Cesana, al Milan ed infine al Parma.
Quale è stata l’esperienza più bella e significante che avuto finora a livello di allenatore?
Quando ero responsabile del settore giovanile del Bologna abbiamo vinto il titolo italiano, per poi riconfermarmi sia nel Milan, sia nel Parma.
E quale è stato il suo rammarico più grosso?
Quando si allena a livello di settore giovanile il più grosso rammarico che un allenatore può avere è quello di non veder sfondare un giovane che ha delle doti per farlo.
Nel mondo del calcio ha stretto finora dei rapporti particolari con giocatori allenatori? Rapporti che ricorda che con piacere?
Da giocatore ricordo con particolare affetto il povero Renato Lucchi, il mister Bagnoli ed anche Sacchi che mi ha allenato a Cesena. A Parma avevo Sacchi come Direttore Tecnico, ma non è che avessi stretti rapporti con lui.
Ha amici nel mondo del calcio?
In questo ambiente di amici se ne riescono ad aver pochi, ed è ancora più difficile che l’amicizia nasca fra allenatori. Con Baldini mi trovavo bene quest’anno a Parma, come mi trovavo bene con Prendelli nello scorso, con Bolchi, Bagnoli, Sacchi, ed Ancellotti a Milano.
Passiamo all’attualità…che ne pensa del girone della Samb, anche alla luce delle ultime vicende che hanno inserito una società gloriosa come quella del Napoli nel nostro raggruppamento?
Non c’è solo il Napoli: ci sono squadre importante, d’importanti città, con una storia importante come il Padova , la Reggiana, al Spal, l’Avellino. Insomma, è un girone molto duro.
In sede di presentazione lei ha dichiarato che l’obiettivo per quest’anno è la salvezza: è stata una dichiarazione di facciata o veramente di più non si può proprio fare?
Siamo convinti che questo sia l’obiettivo massimo che possiamo raggiungere. Nessuno si deve scordare che siamo partiti a settembre, con una formazione messa in piedi con un paio di giorni.
Mi scusi, ma qualche addetto ai lavori afferma che la Samb abbia potenzialità per posizionarsi in un ipotetica seconda fascia, cioè dietro le formazioni accreditate per la vittoria finale: lei cosa ne pensa?
Quel qualcuno lì ci vuole male…perché tra le altre cose noi abbiamo grossi problemi di tesseramento. Già abbiamo fatto un miracolo a creare la rosa che abbiamo, domenica, in Coppa Italia, contro la Fermana abbiamo giocato con un centrocampo di una formazione primavera (‘87, ‘86, ‘85) che non è presentabile in un campionato di Serie C1. Sia a livello fisico, sia a livello di esperienza si fa fatica a competere con un siffatto centrocampo.
Quali sono i giocatori che fin’ora l’hanno impressionata più favorevolmente?
Innanzitutto, vorrei rimarcare la serietà di tutti i componenti della rosa. Dopo di che, a livello tecnico Gutierrez è quello che è dotato maggiormente dal punto di vista tecnico.
Sempre contro la Fermana é stato abbastanza palese il cambio di rendimento di Gutierrez con affianco una prima punta un po’ più possente (nel caso Minotti): lei che ne pensa?
È evidente che Gutierrez non è una prima punta e si esprime meglio con un centrale offensivo affianco: lo ho notato anch’io.
La scelta di dare la fascia di capitano a Colonnello a cosa è dovuta?
Si tratta di un giocatore più esperto rispetto.
Il suo staff da chi è composto?
Da Beni come secondo allenatore, da Melandri come preparatore atletico, da Piloni come allenatore dei portieri.
Come si arrivati alla scelta di Beni?
Mi è stato proposto dalla società dato che ha fatto parte del progetto Team Estate (preparazione per giocatori senza contratto) e debbo dire che ha soddisfatto in pieno le caratteristiche umane e professionali di cui avevo bisogno (ne eravamo certi, conoscendo Roberto, ndr).
Come saprà, a livello di settore giovanile la Samb non è messa bene: lei darà una mano per la ricostruzione?
Certamente, anche perché lo scopo della nuova società è quello di creare un settore giovanile forte e florido che possa sfornare giovani talenti da immettere in prima squadra. Una società importante ha bisogno di un settore giovanile importante: se la Samb vuole avere basi solide deve predisporsi di un buon settore giovanile.
Torniamo sul personale: è sposato? Ha figli?
Sono sposato ed ho tre figli maschi di 13 , 12 ed 8 anni.
La sua famiglia l’ha seguita? Mia moglie con il figlio più piccolo. Gli altri due, giocando anche nel Cesena, sono rimasti lì anche per una questione di scuola.
Ha degli hobby particolari nel tempo libero?
Il tempo libero lo dedico completamente alla famiglia.
A proposito di famiglia. Che rapporto ha con i ritiri?
Non mi piacciono!
A San Benedetto come si trova finora?
Sto benissimo. È una città bellissima.
Precedentemente, ci sono altre città dove si è trovato bene?
Guardi, quando uno lavora nel calcio, si trova bene ovunque. Ad esempio, per me Milano è stupenda, ma conosco persone che fanno i pendolari che non la pensano propriamente come me…
San Benedetto è una città molto bella e su questo non mi può che trovar d’accordo, ma lo sa che il pubblico sambenedettese è molto caloroso ed esigente? Non è un rischio per una squadra molto giovane come quella che ha a disposizione (età media più bassa della C1, ndr)?
Questo bisogna sottolinearlo: siamo la squadra più giovane della C1! Costruita, ripeto, il primo settembre! Ferme restando tale concetto, i giovani debbono essere all’altezza delle pressioni di tale ambiente, altrimenti non ci possono stare qui. Chi riesce a reggere, bene…chi non ce la fa…
Prima ha rimarcato che la formazione è stata messa piedi il primo di settembre? Il Napoli probabilmente, in scala maggiore, farà (e sta facendo) la stessa cosa?
Non sono due situazioni paragonabili: al Napoli hanno dato 15 giorni per fare la campagna acquisti che sicuramente sarà di grande livello. Sono sicuro che un ingaggio del giocatore del Napoli costerà quanto quello di dieci giocatori della Sambenedettese.
Un ultima cosa: un desiderio particolare, un sogno nel cassetto legato alla Sambenedettese?
Il mio sogno è quello di vedere la Sambenedettese un gradino più in su. Sono stato in tante altre piazze e questo pubblico, questa città, meritano qualcosa in più! Tuttavia occorre aver pazienza: io sono stato a Cesana che se vogliamo è paragonabile a San Benedetto: prima di esser promossa la scorsa stagione si è fatta ben 10 anni di C. Hanno avuto la pazienza di tifare sempre per la squadra, anche nei momenti difficili e l’anno scorso è stato quello buono. Insomma, ci vuole sacrificio da parte di tutti!
Grazie ed in bocca al lupo mister!