Ha l’aria un po’ triste di un musicista di fado, il portoghese Hilario Paulino Neves Freintas Leal (questo è il nome completo: Hilario Paulino è il nome di battesimo), anche se ci precisa che l’impressione è errata e che lui è una persona di carattere allegro. È uno dei “senatori�? della Samb di quest’anno, avendo una lunga esperienza nella Serie A portoghese e in quella italiana. Come la Samb, ha alternato alti e bassi, ed è tornato a giocare lunedì scorso dopo un paio di mesi in cui è letteralmente scomparso dalla scena. Chissà che Hilario, in questo difficilissimo finale, non diventi il jolly di mister Vullo.

Hilario, parlaci un po’ di te: quando sei nato, dove, qual è il tuo peso forma, il piede con cui calci?

Sono nato il 15 maggio1974 ad Ajaccio, in Corsica, anche se la mia nazionalità è portoghese. I miei genitori si trovavano in Corsica anche perché in Portogallo c’era la dittatura di Salazar, caduto per la precisione nell’aprile del 1974. Il mio peso forma si aggira intorno ai 70 kg mentre il piede con cui calcio è il destro.

Qual è il ruolo in cui ti piace giocare?.

Sono un giocatore di fascia destra e sono propenso a giocare più da terzino che da ala, anche se a San Benedetto sono stato impiegato sempre a centrocampo.

Quando hai iniziato a giocare a calcio, e dove?

All’età di 10 anni nel Freamunde, e ci sono rimasto fino a 19 anni: è una squadra del campionato portoghese di serie B. Dopo di che sono passato al Chaves, nella massima serie portoghese e lì vi sono rimasto fino all’età di 24 anni per poi passare al Perugia.

Ti sei mai pentito di essere venuto in Italia?

No, mai. In Italia mi trovo benissimo: sono stato meravigliosamente a Perugia, città nella quale ho ancora molto amici.

A proposito di amici, hai stretto rapporti particolari con qualche tuo collega?

A Perugia ho conosciuto Giovanni Tedesco, con il quale ho legato immediatamente. Lo sento sempre, anche ora che gioca nel Genoa.

Qual è stato finora un momento della tua carriera che ricordi con piacere?

Non posso scordare le due convocazioni nella nazionale portoghese: mi ero appena trasferito in Italia.

Quale allenatore ricordi con piacere?

Sicuramente Carletto Mazzone, nella mia esperienza umbra. È stato molto formativo per me sia dal punto di vista tecnico, sia caratteriale.

Sai che Mazzone viene spesso anche a San Benedetto del Tronto, soprattutto d’estate…

Sì…lo so: parlava spesso di San Benedetto e della rivalità che esiste con l’Ascoli: pensa che quando c’era una gara delicata, importante, ad esempio quando dovevamo recarci a San Siro, usava caricarci dicendo che sarebbe stata una passeggiata rispetto al derby Samb-Ascoli, per l’ambiente che c’è qui a San Benedetto del Tronto!

Che ne pensi del Presidente Luciano Gaucci?

Sicuramente è un bravo Presidente, uno che vive di calcio e vuole sempre vincere! Forse è troppo impulsivo…

E del fatto che voglia ritirare il Perugia dal campionato di Serie A?

Non sta a me dire se è giusto o sbagliato: certo che questo anno sia il Perugia, sia il Catania, sia la Samb sono state molto danneggiate.

Fai qualche gesto scaramantico prima di entrare in campo?

Prima di ogni partita parlo spesso con mia moglie e con i miei figli, poi quando entro in campo ho l’abitudine di farmi il segno della Croce: sono molto religioso.

Passando all’Hilario uomo, mi dici quali sono i pregi ed i tuoi difetti?

Sono molto sensibile rispetto alle situazioni che vivo e ciò può essere sia un pregio, sia un difetto. Quando le cose vanno male nel calcio, ciò si ripercuote nella mia vita extracalcistica e viceversa. Insomma, sono un po’ emotivo.

E del fatto che dicono che sei un po’ timido?

Non penso sia vero: quando ad esempio mi trovo in campo per gli allenamenti mi piace ridere, scherzare, fare battute con i miei compagni di squadra.

Come hai vissuto fino ad ora questa stagione?

Ho avuto delle difficoltà all’inizio causa la mancanza del transfert. Avevo bisogno di giocare e invece sono dovuto restare fermo. Dopo di che, la mia stagione è proseguita tra alti e bassi.

Del nuovo mister Vullo cosa ne pensi?

È arrivato da troppo poco tempo per dare un giudizio: sicuramente ha un’altra mentalità rispetto al suo predecessore.

Ci puoi parlare della tua famiglia?

Sono sposato con Alexandra (24 anni) dal 17 giugno 2000. Anche lei è portoghese: ci siamo conosciuti quando giocavo nel Chaves (una località vicino alla Spagna). Ho due figli: Tiago (2 anni) e Bruna (8 mesi).

A proposito di tua figlia, come sta ora dato che ha avuto dei problemi?

Fortunatamente bene, anche se non ancora al 100% (ne siamo lieti, ndr).

Cosa fai nel tempo libero?

Mi piace visitare le città italiane che sono stupende, oltre ad andare al cinema.

Che ne pensi dei ritiri? Ti piacciono?

Qui a San Benedetto non ho dei grossi problemi con i ritiri che tutto sommato sono brevi! Invece a Perugia, con Mazzone, a causa dell’Intertoto, feci due mesi di ritiro e non ce la facevo più! Un giorno ci trovavamo in Spagna e Mazzone, chiedendo il consenso della squadra, mi diede il permesso di staccare un paio di giorni per tornare in Portogallo.

Come ti trovi a San Benedetto del Tronto?

Molto bene: è una città molto bella, tranquilla e c’è il mare che è molto più bello (e caldo) rispetto a quello della mia città, che si trova ad Oporto, sull’Oceano Atlantico.

Che ne pensi del tifo rosso-blu?

È da serie A: l’ho sempre detto! I sambenedettesi vivono molto la partita e sono vicini alla squadra tutta la settimana.

Hai un sogno nel cassetto, qualche desiderio speciale sia come calciatore che come uomo?

No, niente di particolare: vivo la mia vita giorno per giorno, cercando sempre di dare il massimo e di fare il meglio…poi quello che succederà…succederà.

Grazie per la disponibilità e la cortesia ed in bocca al lupo!